Anche libero va bene

Serata VII:
Buongiorno Appassionati.
Serata di debutto per il filone Tempi Moderni in cui il neo direttore artistico (me medesimo) ha scelto come entrèe un film poco conosciuto, di nicchia e soprattutto di livello. "Anche libero va bene" (2006) ha ottenuto uno "strepitoso" successo tra il pubblico presente in sala ed è in questo stato d'animo che mi appresto a scrivere la mia prima vera recensione della carriera Cinerofumistica.
Anche libero va bene è un'opera prima e scommetto che nessuno di voi si aspettava da un giovane regista, quello che abbiamo visto.
Regista che aveva abituato il pubblico con ben altre performance. Kim ha lanciato la sua carriera di regista raccontando le vicende di un
bambino di 11 anni associando la sua poca esperienza di regista alla poca esperienza del piccolo Tommy. Infanzia, parte maggiormente fondante di una vita.
Il film appare ben recitato, poco prevedibile e fa entrare lo spettatore in una condizione di alta vulnerabilità emotiva (considerando che è il suo primo lavoro, secondo me è da apprezzare). Il personaggio di Renato è molto spigoloso, si presenta amorevole e comprensivo, quanto duro e verbalmente violento, spingendosi perfino alla blasfemia. Padre padrone, impone il nuoto a Tommy, non riesce a capire che sta esagerando, ma quando il figlio gli chiede "Stai bene papà?" pare liberarsi da quell'alone di schizzofrenia. 
Anche libero va bene. Perché proprio il libero è il ruolo che gli piace, perché non lo stopper o l'ala destra?
Preferisce libero piuttosto che sposato con una moglie alla quale gli prude la figa a quel modo...?

"La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione". (G.Gaber)

(Tigre)

1 commento:

  1. Depa wrote:
    E' un crescendolls quest'editoriale del nostro curatore dei "Tempi Moderni"...
    E' vero, Rossi Stuart riesce a smuovere qualcosa nello spettaore. Sono d'accordo anche sugli altri punti.
    Come accennato nella passeggiata di ritorno con Apix, è significativo il fatto che c'è da essere soddisfatti,
    di questi tempi, anche soltanto di non aver visto macchie di pomodoro o colate di miele su di una pellicola italiana.
    E come dice Apix, un film (se si è letto qualcosa a riguardo) è anche proiezione, aspettativa. Con le mie premesse, forse,
    era facile stupirmi in positivo, ma anche no. Quindi bravo al regista, perchè il tema familiare non è semplice.

    bravo al direttore artistico, anche perchè quel Gaber mi ha allevato ("Vorrei essere libero, libero come un uomo...")

    cia'
    depa

    RispondiElimina