Il fascino discreto della borghesia

Recensione III:
Ieri sera grande adunata (ma lo avevamo previsto, noi dell'organizzazione) per un appuntamento "must" di ogni pellicolafago che si rispetti. Addirittura 6 partecipanti, nonostante fosse mercoledì (!?), hanno reso l'atmosfera particolarmente gioviale. "Il fascino discreto della borghesia", L. Buñuel, 1972.
La "vecchia piccola borghesia" che "per piccina che tu sia, non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia" (C. Lolli) qui viene rappresentata secondo le sue mosse fisiologiche. Secondo titolo del film: "Buon Viso A Cattivo Gioco". Terzo: "Non c'è problema". (update 2020: tutto andrà bene)
La borghesia va avanti, comunque, sempre. Cammina, chi più scapestrato chi più ordinato, lungo la strada asfaltata, che essa stessa ha voluto, e che il regista spagnolo ha realizzato.
Non si ferma di fronte a nulla, nè ai presagi (sogni), nè alle guerre ed alle violenze (militari in giardino), nè ai propri errori (il militare che racconta la propria condizione segnata dall'ambiente familiare)...Ha solo tante fame ("anch'io!").
E, qualora arrestata, non crederete mica che ci stia molto nelle galere, nevvero? Perchè ogni nazione ha il proprio 14 Giugno ed il proprio brigadiere, vendicatore delle genti, protettore degli abbienti.
Insomma, penso che tutto il resto lo sappiate. Ipocrisia rampante.

Ragazziiii...state entrando nel cuore e nell'anima di ciò che ci siamo preposti di conoscere e riconoscere???
Nella scena del pianoforte che tortura noi abbiamo riconosciuto il collegamento alla primissima produzione bunuelliana, vero?

Scopri un mondo studiando matematica, informatica, chimica (giusto, Albert?), arte...studiando i loro linguaggi, le loro grammatiche. Le loro sintassi. Ti si aprono nazioni intere, interi popoli, scoprendo quei dialetti, quei simboli, quei geroglifici.

Qui c'è cinema che parla AL cinema DI cinema.
Ed è bello piano piano, lezione per lezione, apprendere la punteggiatura di quest'arte, della quale (più che in tutte le altre, credo) si pensa che sia la più abbordabile, la più "per tutti", la più pop. Il cinema è pop nei destinatari, come lo è la Divina Commedia. Ma anche il contadino che sa solo la vanga, (ri) conosce il lavoro "sul campo" che sta dietro al capolavoro del Sommo Poeta.
Perchè allora la vecchietta impellicciata seduta al cineclub sghignazza nel vedere i "Nani" d'Herzog costruire un film documentario "DOC" disarmante?...per non parlare di come la stessa si è sganasciata dinnanzi all'euforica Erba di Grace...Poi certo, vedere L'Uomo Ragno Non Si Può. Magari, però, accompagnandoci il nipote...e alle 17 del giorno dopo, ora del thè: "Guavda Sevena, propvio un'accozzaglia di effetti speciali, nulla a che vedeve con...".

Perchè il cinema si crede facile...e richiede una costanza di tre ore. Poi tutti di corsa a berci un Martini Dry...ma coi dovuti crismi!!! 'gnurant!
(Depa)

8 commenti:

  1. Comunque, basta belinate la settimana prossima "Bomber", M. Lupi, 1982.

    ciao
    depa

    http://it.wikipedia.org/wiki/Il_fascino_discreto_della_borghesia
    http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=8828
    http://it.wikipedia.org/wiki/Bomber_%28film_1982%29

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  2. Tigre wrote: "è un emozione/vibrazione continua. Non so scegliere tra la visione e l'editoriale del giorno dopo... Abbiamo un grandissimo direttore.

    Il mio titolo sostitutivo per il film di ieri sera (Il Fascino Discreto delle Borghesia) è:

    Insalata Cipolle e Champagne."

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  3. Apix wrote: "Depa,
    tu hai detto avanza, io dico si trascina, stanca svogliata, ma va avanti quello si certo.
    Per una strada, in mezzo a nulla, verso e da nessunposto, strada che è lungi, quindi,
    dall'essere metafora di vita, del vivere (è il viaggio quello che conta non la meta)
    ma che, privata di elementi di definizione, di scopo è assoluta metafora del
    sopravvivere.
    che forza disarmantemente attuale, nel vedere questa terra di mezzo di ogni società,
    come della nostra, per dirla alla Battiato, povera patria, non sognare, nè vivere
    i propri sogni ma sognare di sognare, un bramare fine a sè stesso, e che si concretizza
    negli atti in una cattività nell'istinto.
    Borghesuccioli votati al cibo, alla lussuria, al bere, morbosi sempre, ma senza slanci,
    mai sorpresi, che non si fanno scivolare le cose addosso, bensì le sfuggono in una fuga,
    un imboscamento continui, inanimati e sistematici.
    Borghesuccioli che vorrebbero tradire, lavarsi onte col sangue, ma alla fine parlano
    di politica internazionale con minor peso rispetto a quello che danno alla preparazione
    e stile di degustazione di un martini dry.
    Ma quante considerazioni a caso si potrebbero fare: la schiavitù per la forma e i
    formalismi di una classe
    - che convive con i militari, la guerra in giardino ma non con il morto anonimo
    nella stanza a fianco
    - Che maltratta la Chiesa se non si presenta con gli abiti ufficiali, e poi la usa
    a suo piacimento per ogni suo piccolo bisogno.
    - Che dettaglia il galateo in ogni piccolo gesto e poi spaccia
    Vocazione all'aplomb della superficialità, del vuoto come guardarsi attorno
    in un caffè dove la sostanza (thè e caffè) non ci sia.

    Comunque in ogni caso GRAZIE per l'ospitalità
    GRAZIE per il coinvolgimento
    GRAZIE per darmi la possibilità di sfogare la mia propensione alla minchiata cavalcando
    l'onda dell'interpretazione metaforica.

    e ovviamente W BOMBER!!!!
    Movi"

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  4. Doris wrote: "Per ringraziarvi del gradito coinvolgimento alla post cine-depravazione mi vengono in mente le parole di Capossela in uno dei suoi folli racconti

    E’ strada affollata dove si fatica a trovare posto per il parcheggio, assiepata di vapori e di volti sconosciuti…ardore d’amicizia, dove gli amici non sono quelli con cui ricordare, ma quelli con cui fare adesso, stanotte!

    Non condivido con voi questi momenti perciò non posso capire fino in fondo un'insalata cipolle e Champagne, ma vi assicuro che leggere l'editoriale è altrettanto emozionante!!Un applauso al direttore

    Doris"

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  5. Elena wrote: "...io posso solo dire che è stato il film che + mi ha colpita di tutte le nostre serate.
    il gioco dei sogni che magistralmente incalzano uno dopo l'altro l'ho trovato geniale!
    forse sono state le uanderine ma...ogni volta ci ricascavamo no? ci si ritrovava in un sogno senza rendersene conto...gira gira gira!!!
    bellissimo.
    e degli attori non diciamo nulla?? secondo me davvero notevoli."

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  6. Un “dipinto d'autore” che mostra la borghesia in tutta la sua essenza, cioè il nulla.
    Il nulla che circonda la dritta, asfaltata, pianeggiante e quindi comoda strada (della vita) che i protagonisti, decisi e sfrontati, percorrono circondati non da frutti per nutrirsi o legna da ardere, ma da fiori, solo belli da vedere e, soprattutto, da mostrare.
    Una deliziosa metafora continua che va ad indagare (e denunciare) una classe da sempre portatrice di disvalori e tensioni sociali. Momenti di stupore e “suspense”, grandi messe in scena, ottime le performance degli attori (mica male anche la parte dell’inattesa Milena Vukotic!) e, soprattutto attraverso i “sogni”, la pennellata surrealista arriva forte e piacevolissima.
    Non manca proprio niente a sto film!
    Ok, Depa, l’avevo visto male. Menne. 

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