Extra: Casablanca

Buongiorno amici della pellicola d'autore, ieri sera mi sono regalato "Casablanca", dell'ungherese Michael Curtiz (1886-1962), 1942. Tanto per capirci stiamo parlando del 2o/3o film più bello di sempre.
E in effetti: un capolavoro.
Secondo titolo: "Non ci avrete mai". Tensione continua, fuori dagli schemi, Humprey Bogart eccelso. E' un film di 100 minuti col fiato sospeso.
I nazisti sono lì, sempre dietro il muro, a controllare i nostri movimenti. I francesi si piegano servilmente a loro, ma covano qualcosa. Il locale di Ricky è davvero una polveriera; buona musica (dai Sam, sai tu cosa fare...) e Cointreau; soldati sempre all'erta e cospiratori del Terzo Reich.
Può succedere di tutto in qualsiasi istante. Non c'è tempo per ragionare troppo sulle parole dette dal soggetto di turno, si corre con l'orecchio alla battuta successiva, per capire se ci scappa qualche altro minuto prima che scoppi la bugna!
Ingrid Bergman è un sogno. A Parigi era sola, adesso ha il cuore diviso in due, e che due! E' combattiva: non ha paura né di rischiare, né di impugnare, né di supplicare. Solo potrebbe essere più comprensiva verso Ricky quando questi, ubriachetto, le confessa che non ha proprio mandato giù quell'addio non pronunciato.
Bella anche la figura dell'ufficiale del Regime di Vichy, il classico piede che finalmente straborda dalle 2 scarpe.
Film uscito a guerra in corso; da brivido il pensiero di vederlo nelle sale in quell'anno. Provate a pensare cosa accadde all'interno di qualunque "Ariston" del mondo!
Anti-schema: battute audaci, Bogart (Curtis?) beffardo ne ha per tutti. Sa cosa dire a francesi, tedeschi ed italiani (complimenti alla ridicola censura), ma  i "suoi" americani è inutile che facciano tanto i...
Il prolifico regista (nei precedenti 24 anni hollywoodiani produsse una quarantina di film) ha saputo ben pennellare un Bogart bianconero che risulta da cartolina, da poster in camera. Alcune sue risposte sono da rivedere e risentire: i videoregistratori ormai in cantina tirano un forward di sollievo.
Ulteriore conferma che nel '42 la "nostra" arte era già bell'e formata.
Ne consiglio caldamente la visione.
(depa)

2 commenti:

  1. Scusate l'incompiutezza, quando accenno all'ipotizzare di vedere il film nelle sale cinematografiche dell'epoca mi riferisco in particolare alla scena in cui il ribelle cecosclovacco lancia La Marsigliese in risposta al coro degli ufficiali tedeschi. Patè francese, Pelle d'oca universale.

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  2. In effetti è una scena che lascia il segno.
    Film bellissimo. Non ho resistito alla tentazione di fumare una sigaretta durante la visione.

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