Fuoco fatuo

Recensione XIII.
Buongiorno Cineasti (ehh...),
 tra pizze, ticket, coca-cola e doppio schermo, Louis Malle si è fatto largo aprendo sulla sala il "Fuoco fatuo". Film girato nel 1963. Per chi non lo sapesse, i fuochi fatui sono piccole fiammelle solitamente di colore blu che si manifestano a livello del terreno in particolari luoghi come i cimiteri, le paludi e gli stagni nelle brughiere. Le leggende sui fuochi fatui sono moltissime. Nell'antichità si ritenevano la dimostrazione dell'esistenza dell'anima. (link). Il primo fuoco che appare nel film è quello che fuoriesce da uno zippo per accendere una sigaretta della bella appena avuta in copula. Nel film si può notare un’ottima fotografia e dei favolosi piani sequenza (soprattutto nella sua camera in clinica). Per me un film che ha anche solo questi due elementi ben fatti è degno della mia attenzione e merita la visione.
I temi toccati sono suicidio, alcol, borghesia e orge. Il regista riesce ad attaccare sul protagonista tutte queste caratteristiche senza mostrare alcuna serata di baldoria sicuramente avvenuta. Nel mentre tutto questo viene raccontato, vengono regalate allo spettatore delle frasi che obbligano a riflettere; tre su tutte "Era così grande la mia voglia di essere amato che pensavo di amare", "Allora, sono finite le sue angosce? Non sono angosce dottore: è un'angoscia, perpetua.", "...immerso nell'adolescenza...una promessa e anche una menzogna...Ero io il bugiardo". Mi sembrano di livello. Ad ogni modo è un film franzose (francese) e si vede dallo stile e dal ritmo. Un po’ filosofo intellettuale estemporaneo. Come titolo personale propongo Domani m'ammazzo! ...Sparati!
Chi mal comincia Malle.... è fottuto.
(Ossy)

3 commenti:

  1. ciao Cinerofum,
    sì, non c'è dubbio, chi è solo, è SOLO. E' su un piano inclinato; va bene, c'è chi prova per te "un amore particolare", c'è chi si chiede dove sei stato, c'è gente a cui manchi. Ma c'è anche una distanza. Distanza tra te e chi ti sfiora. Dentro di te c'è un mondo intero, fuori ce n'è un altro che tira dritto. Un banale quanto angosciante "Show must goes on" con le vesti di un Tour de France o del traffico parigino che spintona il protagonista isolato.
    Chi ti ama, tra l'altro, è lo stesso che freddamente constata "Tu hai bisogno di qualcuno di forte", sollevandosi dall'incarico. Inoltre: nessuno si accorge del tuo male, tutti sostengono che sei guarito! Ma se la pensa così chi ti cura o ama (dal film si evince che le due cose non sono quindi correlate), cosa aspettarsi da chi non lo fa?
    Magari ama davvero quella ragazza che sta attraversando la strada, ma io sono qui, rinchiuso in una prigione/clinica che è l'unica mia vera libertà.
    Il protagonista cerca spesso il contatto fisico, tocca i propri interlocutori per cercare nuovi stimoli. Il sesso ci si è accorti che non lo è più. Anzi, non lo è mai stato.
    Tutti che s'interessano...ma chi ha realmente, profondamente, voglia, ma che voglia!, BISOGNO di sympatheìa con il protagonista?
    La figura dell'amico ormai "piazzato" è molto profonda...in lui s'intravede una lotta fors'anche più violenta di quella di Alain.
    - "Parli della giovinezza come se l'avessi spesa bene." (...)
    - "No, è stata una promessa...una menzogna. Ero io il bugiardo!"
    Il viaggio del suicida è ben raffigurato. Ma il film è davvero difficile. Caffè, altro che...
    Chi Malle comincia è fottuto.
    (depa)

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  2. ooo..Depa lo sai che non ho capito niente del tuo commento fino a...diciamo le ultime righe??!!:P

    Tornando al nostro Malle.....
    Il film è difficile da seguire, un racconto continuo disconnesso asfissiante, per raccontare la disperazione di una persona che non trova appiglio nella realtà, nel mondo che lo circonda. Gli affetti, gli amori, i familiari acquisiti sono un mondo avulso, che il protagonista vede ma non può "toccare, afferrare". Lo straziante percorso di Alain viene intervallato da musiche commoventi, drammatiche....marce che ci conducono lentamente verso un precipizio. Cosa puù fare un uomo che non riesce ad afferarre la realtà, le persone, l'amore, l'amicizia, l'orgoglio, la dignità? Non cresce e non affronta il tempo. L'impotenza verso il rinnovarsi, verso il mettersi in dicussione, verso il coraggio di avere coraggio nello sfidare l'infinito ci porta lentamente a un finale che stupisce, un finale lampo che ci restituisce il film su un altro livello, una prospettiva diversa. Bravo Malle, anche se i franzosi supercazzolano un pò troppo con questa filosofia.

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  3. i vostri commenti non sarebbero altrettanto originali se mancassero quei termini specifici che spontaneamente vengono di volta in volta coniati e utilizzati… ecco il CINE-DIZIONARIO del cinerofum. Un po’ misero per il momento ma considerando che ad ogni editoriale c’è qualche termine nuovo credo che verrà presto ampliato e personalizzato.
    Ciao a tutti

    FRANZOSI
    DI STILE
    SALA UANDER
    DEPRAVAZIONE (nonché DEPRA)

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