Extra: Carne tremula

Che situazione…Pedro Almodóvar regala l’ennesima dimostrazione, ci sa fare. Si muove alla perfezione in quel mondo suo, e forse pure di qualcun altro. In breve: il film, del 1997, racconta la storia di una ragazzo (figlio di puta nel senso di madre zoccola) che viene alla luce su un autobus a Madrid ottenendo così un bonus che gli consente di usufruire del servizio pubblico AGGRATISSEE, vita natural durante. Vent'anni dopo la scena si apre sul protagonista in motorino, modo di essere del regista.
Da qui si parte. Inizia la successione di eventi che ne determinano altri. Tutto è condizionato da ciò che lo circonda e ciò che lo circonda è condizionato a sua volta. Siamo un infinito nell'infinito! Huuyyuf ed è tutto nell'intrecciarsi di questi che si genera il caos. Questo per dire cosa? Hhee..che comunque il film è molto colorato, buona fotografia (alcune molto particolari) e una wounderfoul bellissima Francesca Neri. L’ho visto in lingua originale, ovviamente sottotitolato, resto sempre del parere che la doppiatura deprava svariato, ma è successo solo per caso, relax. Anche il titolo molto “azzeccato”. Carne tremula da vedere.
(Ossy)


5 commenti:

  1. Eccolo, prima o poi doveva accadere: tonfo con flop al cinerofum. Non c'è verso: bocciatura in tronco per questo film di un Almodovar che non è tra i miei registi preferiti ma di cui ho apprezzato qualche film passato ("Tutto su mia madre" non mi dispiacque). Film del 1997. Personalmente nel film del regista castigliano ho trovato solo dei bei colori accesi...niente di più. Il film è bello per i primi dieci minuti, in cui la bella e brava Peneloper Cruz mette al mondo il ragazzo sul mezzo pubblico. Dopodichè lei esce di scena e lascia il posto ad una imbarazzante Francesca Neri e ad un Liberto Raval che evidentemente ancora un po' di strada deve farla. Il risultato finale è una sorta di B-movie misto sit-com italiana. Ripeto bei colori e alcune belle fotografie, che il regsita (sì sa) sa sempre cogliere. Ma l'errore qui è stato o il casting o cmq il voler rappresentare questa storia con questo taglio: abbastanza labile (oltre che forzato) il legame tra gli accadimenti, e cmq tragicità e comicità mantecate in malo modo. Vi riporto solo la frase finale con cui Almodovar congeda gli spettatori: "20 anni fa si nasceva per strada, nel freddo, ora non ti preoccupare piccolo mio: la Spagna non ha più paura!"
    Boh. Melassa-slogan allo stato puro.
    Dedicate 103' della vostra esistenza per guardare qualsiasi altra cosa.

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  2. Incuriosita dal titolo e dal conciso, ma accattivante editoriale di Gianluca ieri sera l’ho guardato anch’io. Noto stamane che anche se per un commento nient’altro che positivo anche il DepRa si è sentito di esprimere un’opinione.

    Non so come sia stato in lingua originale, ma nel doppiaggio italiano prestando una maggiore attenzione al timbro delle voci e dissociandole di tanto in tanto dalle immagini, sembrava di ascoltare un telefilm americano dei meno riusciti. Si tratta di una storia fatta di destini incrociati, concatenati, ingarbugliati, insomma un caos (citando l’editore) dal quale inizialmente (e da uno come Almodòvar) ci si aspetterebbe uno sviluppo meno banale ma che invece perde man mano di originalità sia nel modo in cui si evolve la trama sia in alcune frasi un po’scontate.

    Ma qualche aspetto piacevole vorrei sottolinearlo…Il fatto scatenante è uno sparo, intorno al quale ruotano le scelte e le vite di tutti i personaggi del film. Particolare e ricercata la scelta di non mostrare allo spettatore le dinamiche su come sia avvenuto e chi abbia premuto il grilletto, il regista sceglie di lasciare incompleta la ricostruzione dell’episodio a chi osserva e proprio in quell’attimo l’obiettivo della macchina da presa si sposta su un altro sparo, in un altro film che una televisione nella stanza sta trasmettendo.
    L’episodio genera odi e rancori vicendevoli… Ognuno a qualcosa da incolpare all’altro, la vita di ognuno è dipesa dalle scelte fatte in quella circostanza che verranno allo scoperto un po’ alla volta nel corso della storia.

    Solamente in un frangente (meravigliosamente realistico) si riescono a placare gli animi, quando un fatto esterno ha inaspettatamente il potere di interrompere una lite furibonda…vi descrivo la scena: due uomini litigano per una donna, si azzuffano, parte un cazzottone nelle parti basse, la suspense aumenta...stop. Un cronista televisivo grida Goooooool e in un nano secondo i due si girano verso la tv e si lasciano scappare anche un breve commento sulla partita. Uomini: modo di essere!

    Esattamente come lo scorrere ciclico della vita il film termina riuscendo a chiudere perfettamente il cerchio (ecco un esempio della banalità di cui parlavo). La scena di un parto apre il sipario e un nuovo parto è destinato a chiuderlo.

    L’inizio è la FINE

    (Doris)

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  3. Pensa te! Proprio nella stessa sera, lo stesso film...quando il cinema unisce!
    Leggo che la Doris ha provato alcune mie stesse sensazioni...però ne è uscita meno delusa. Sì, questo film è banale e non solo per la ring composition accademicissima.
    E la scena che riporti, se nei contenuti esseniali è una buona idea (ma già rappresentata altrove), è interpretata dai due attori in maniera amatoriale (tra l'altro Javier Bardem è una delle poche scene in cui sgarra).
    Possibile alibi potrebbe essere il doppiaggio, ma non sufficiente per l'assoluzione.

    ps: anche la mossa dello sparo "finito" nel tiubo catodico... voglio qualcosa di nuovo!!!

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  4. Volevo proprio questo. Di solito siamo daccordo sul gidizio finale da attribuire ad un film. Il secco positivo o negativo è sempre stato unanime o quasi. Questa volta non è così. Doris ha colto nel segno quando dice che dissociando le voci dalle immagini sembra di ascoltare un telefilm americano (rende molto l'idea). Infatti è proprio questa la differenza tra me che l'ho visto in spagnolo e voi, comuni cittadini mortali, che l'avete visto doppiato in italiano. Le voci e l'interpretazione degli attori determinano l'intera riuscita di un film. Io, comunque, l'ho apprezzato e resto di tale opinione.
    Che bello non essere dello stesso parere. AAAAleèèèèèèè.

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  5. Può essere...ora però non ho voglia di riguardarlo in spagnolo :(

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