Gli abbracci spezzati

Recensione XXI:
Cinerofum in trasferta: esonda dalle sale Uander, Sbargioff, Spumador e Blauzer, per accomodarsi nello Spazio Oberdan di Porta Venezia. Ed il motivo è accogliere ufficialmente il regista contemporaneo Pedro Almodóvar nel nostro club; già presentato informalmente con due extra. Il film di ieri sera è stato "Gli abbracci spezzati" (2009); diciamo subito che ai quattro presenti (io, Ele, Tigre ed Albert Aporty) il film è piaciuto; e non è stato solo il sapore di una sala cinematografica "reale" che ha segnato positivamente le espressioni di tutti (se poi ci aggiungi un miniposter con il volto di Jean-Pierre Léaud in sala proiezione...CIAO).
Il regista spagnolo, a mio parere, ha confezionato uno dei suoi film migliori. Trama buona, che ricorda le vecchie storie di passione e gelosia, avvincenti quanto lineari; attori da 6.5/7 (Penelope Cruz da 7.5, abile per dinamicità ed intensità espressiva, anche bella ovvio). Regia all'altezza (il solito contrasto regolato al massimo, stacchi originali e cinepresa mossa con abilità: le scene d'amore tra Penelope e il ben capitato, quand'anche sia il non affascinante milionario Ernesto Martel, sono girate molto bene). Fotografia ottima (Lanzarote sugli scudi), e un buon utilizzo della musica (forse saltata all'occhio maggiormente per i sottotitoli per sordi). Caratteristiche che fanno sì che al film possano essere mosse poche critiche. Forse gli aspetti caratteriali dei personaggi non sono scavati a fondo, ma di carne al fuoco ce n'è ed il film dura già più di due ore...
Inoltre, tanti i particolari sui cui arzigogolare riflessioni...il regista è innamorato dell'attrice bandiera spagnola, si vede, le immagini ci consegnano questo suo sentimento; e non è del tutto inopportuno accostarla a Jean Moreau (BOOOM! sento già l'esplosione in sala...), per me le carte le ha; l'attrice francese viene ricordata citando l'"Ascensore..." di Malle (già introdotto al Cinerofum): non è la mossa del secolo citare il film "con" Miles Davis al termine di una pellicola che ha per protagonista un cieco, ma tant'è Almodóvar c’ha pensato e lo ha fatto (sceneggiatura e regia), bene.
Io dico: da vedere, per Penelope e per sovrascrivere alcuni errori del regista spagnolo.
(depa)

2 commenti:

  1. Ohhhhhh. Questo è un editoriale.
    Pensate se avessimo letto il volantino che consegnavano alla biglietteria del cinema. Già nelle prime due righe si svelava l'episodio stravolgente del film. Gli editoriali del Cinerofum invece lasciano il piacere della scoperta. Che stile...
    Voglio solo sottolineare due momenti. Uno è quando il protagonista si accomoda davanti alla TV per apprezzare le bellezze di Jean Moreau e allo stesso tempo far conoscere Ascensore per il patibolo al giovane Dieghito. E' stato come se il regista avesse fatto un tiro pauroso da fuori area, tiro dritto verso l'incrocio... ma io l'ho parato. L'altro è stato notare, con la coda dell'occhio, l'immagine di Jean Pierre Lèaud appesa sul muro dietro la macchiana da proiezione. Emozioni senza prezzo.

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  2. Tigre, due momenti che riportai già nell'editoriale... ;)

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