Extra: Zena

Qualche settimana fa io ed Elena abbiamo guardato "Genova" di Michael Winterbottom, 2008. Sottotitolo: "Un  luogo per ricominciare".
Scopriamo tutto sul tavolo: è un film inconsistente, con la trama più labile.
Però....
...però c'è Genova, la mia città.
C'è Zena vista dall'alto, i caruggi in cui sono nato e vivo. Ci sono i muri che ho guardato per anni, le  scritte dopo le quali svolto a sinistra per andare al forno a prendere focaccia, latte o sigarette per mia madre  (MS, Gauloise blu, Pall Mall blu, Benson blu...), o le bagasce appassite solamente fuori che mi chiedono qualcosa,  pur sapendo da 20 anni la risposta.
In piazza delle Vigne forse c'è Brenda che fiuta in giro resti di pizzetta; se voglio vedere il cielo o vado  all'expò o mi volto allo zenit.
Fumo che s'intromette continuamente, lingue incomprensibili s'intrecciano plasmando neologismi che nessuno  mai pronuncerà.
C'è via Balbi, con le sue università, con le sue discussioni, con le sue lotte.
C'è San Fruttuoso al mare, visitata solo da quelli "di fuori".
I casi sono due: o il regista cinquantenne di Blackburn è alla canna del gas, o,innamorato di questa città  (che "è stata la più potente del mondo"), non si è accorto che la trama stava crollando sotto i colpi dello  scenario, dello sfondo. Oppure è stata una sua scelta cosciente...
Barabba, da dietro le quinte, ci rivela: -"Un giorno mi ha detto -Ma, non so, non ti sembra che non succeda nulla?-". Dipende: in primo piano non succede nulla, sullo sfondo accade la meraviglia.
Lo splendore di tetti circondati dal blu (che sia cielo o sia mare), e di ombre che nascondono chi non  sorride più.
Povero Winterbotton, come lo capisco...
(depa)

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