Rocco e i suoi fratelli

Cine insieme n° XXIV:
Edizione speciale. Causa sciopero del direttore. Mai successo.
Dopo svariati rinvii a causa di limiti temporali, finalmente siamo riusciti a guardare "Rocco e i suoi fratelli". Film del 1960 diretto da Luchino Visconti. Per i meno sensibili, l’elemento che salta per primo agli occhi è la durata, due ore e cinquanta minuti (fatte bene). Sala Sbargioff è gremita come non mai, addirittura c'è gente ammucchiata sui letti, WOW. Si assapora una bellissima atmosfera, ancor più esaltata quando, nelle prime scene, sullo schermo appare la copertura della stazione di Milano centrale, proprio lì a pochi passi da noi. Emozioni che solo sala Sbargioff può offrire (senz’offesa).

Il film parte in sordina, pian piano, raccontando le vicende che coinvolgono un’intera famiglia lucana che tenta di iniziare una nuova vita al nord, precisamente a Milano Lambrate. Il film è suddiviso in cinque capitoli: uno per ogni fratello. Tutti maschi, Vincenzo, Simone, Rocco, Ciro e Luca in quest'ordine. Mettendo in relazione il personaggio/fratello con il capitolo ad esso dedicato, si nota che nessuno di loro appare sotto una cattiva luce. Infatti, nella sezione in cui il protagonista è Simone, unica pecora nera della famiglia, questo ci viene descritto come una pasta di pane.  Solo durante gli altri capitoli, Simone perde la testa abbandonandosi all’alcool e alla vita da “avanzo di galera”. Questo secondo me, perché il regista ci vuole far intendere la bontà di quella gente, così inesperta e così timida da sembrare in qualche episodio un po’ ... Stupida o dormiente.
Rocco è il protagonista indiscusso di tutto il film, terzo capitolo, quello centrale; è sicuramente il fratello più intelligente, sensibile, onesto, buono (fin troppo), legato alla sua terra; quello che perdona sempre tutto ad ogni costo. È anche il più bello, interpretato da un giovanissimo e irriconoscibile Alain Delon (non credevo fosse lui).
Il film si conclude con il capitolo dedicato a Luca, il più piccolo, nel quale il regista, e non solo lui, ripone un’intera vita di speranza.  Luca si allontana lungo un vialone di Milano, di fianco ad una fabbrica della Citroen, lasciando giustamente  nello spettatore un alone d’incertezza sul suo futuro.
(Ossy)

4 commenti:

  1. Non sciopereri...con il 'rofum.
    Film realizzato dall'esteta di Lonate Pozzolo, dev'essre visto quando si è ben riposati.
    La figura della madre è molto suggestiva, come lo è la Lambrate "larga e distesa". Milano operaia grigia di nebbia e pulviscolo.
    Simone si fa prendere un po' troppo da quella 'legera' di Nadia (Annie Girardot), che effettivamente è una donna dal carisma più forte del suo carattere.
    Film potente.

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  2. La ligera. Il vecchio rattazzo ne sa qualcosa...

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  3. Non dimentichiamoci l'intervallo.....
    ...gattò di patate e torta al cioccolato (ben cotta).

    Passando al film, devo dire che la durata mi ha messo a dura prova, e non nascondo che mi son perso qualche minuto...

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  4. A me non ha entusismato il film. Forse per la troppa attesa ho forse per il confronto di altri film dalla storia simile ma dal ritmo diverso, questa volta Visconti non mi ha trascintao dentro al film, facendomi scordare il tempo che passa.

    visconti, rimandato

    ciao
    Albert

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