Extra: Draquila

Buonasera. Sono stato al cinema a vedere "Draquila", documentario di Sabina Guzzanti, e adesso mi appresto a scrivere una recensione incazzatissima.
Il documentario parla prettamente del tragico terremoto del 6 aprile, ma nel discutere di questa vicenda, tocca, con grande durezza e concretezza, tutto il contorno di marciume politico, mediatico, mafioso che rende famoso in tutto il mondo questo nostro merdoso stato/azienda.  Ho avuto l’ennesima conferma che se non rubi sei derubato. Il modo in cui ci fregano è molto semplice, stravolgono il significato delle parole, ne aggiungono altre a loro piacimento ed ogni modifica è un grosso palo infilato proprio lì. Faccio un esempio. In situazioni di emergenza, quali calamità naturali, si può disporre del denaro pubblico senza passare dai consueti sistemi di controllo. Benissimo. Lo stato di emergenza è stato accomunato al verificarsi di grandi eventi. Chi è che decide se un evento è grande oppure no? Lo stato merda.
Si è approfittato del terremoto in Abruzzo per speculare, fare soldi sulla costruzione di nuove case, confermandosi così dei poveri palazzinari (pidocchi risaliti). A L’Aquila si sono fatte le prove generali per un controllo totale del territorio. Dittatura Merda. Ovunque ci sono militari che controllano gli accessi alla città e che vietano la distribuzione nelle tendopoli di alcolici, caffè e coca cola, per evitare l’agitazione dei terremotati.
Da quando Bertolaso è a capo della protezione civile sono stati stanziati, per grandi eventi, dieci miliardi di euro. Il 55% di questi “grandi eventi” sono di carattere religioso, seguono gli eventi di carattere sportivo, quali mondiali di nuoto, la monnezza di Napoli presa da qua e messa la, e più in fondo nella classifica le calamità naturali.
Questo documentario ha suscitato in me forti emozioni, a tratti anche commoventi, non ve lo nascondo. Si dà voce a molta gente. Gente semplice e umile che a volte non comprende nemmeno la gravità della situazione in cui si trova.
Tra il pubblico in sala, tra l’altro semi deserta, al momento dell’intervallo ci si guarda intorno, come per dire “ragazzi ma stiamo scherzando o facciamo sul serio?”. Vi dico solo che a fine documentario non sono riuscito a trattenere una frase che spesso pronuncio: SIAMO FOTTUTI. Un tipo, una poltrona più avanti, si gira e risponde “No. Di più”.
(Ossy)

1 commento:

  1. Molto difficoltoso non sembrare spocchioso, presuntuoso e tutti i sinonimi ed affini, nel dire che, se uno si informa "da sé", tutte le oscenità mostrate in questo film della Guzzanti, le conosce già.
    Ciò nonostante guardate qui, passano gli anni, e nulla scuote, shocka, nulla. Tutto a posto anzi. "E lui il nostro salvatore".
    Senza parole.
    L'unica nota piacevole è la consapevolezza che nello spargere milioni di semi qualcuno di questi va a frutto.
    Qualcuno in sala avrà avuto, non dico una folgorazione...ma almeno una micropulce che iniziava la sua lenta ed ostinata avventura nell'orecchio.
    Le speranze ormai sono poche.
    Se la storia è ciclica dobbiamo avere i morti per le strade prima di risalire.
    :(
    Falso: quelli li abbiamo già.

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