Extra: ...la techno chiama.

Ciao 'rofum, oggi vorrei parlarvi di un film che ci è stato presentato da Mignox, durante i festeggiamenti "Championici" di domenica 16 maggio 2010. Io me ne dimenticai, Zippino no, e quindi attratti dall'introduzione ce lo siamo visti in sala Uander.
"Berlin calling" del trentenne tedesco di Stoccarda, Hannes Stöhr (suo è il documentario "Berlin is in Germany, 2001).
In giro per la rete solo critiche, a parte una fredda sufficienza dal "Il Fatto Quotidiano". Io mi ci metto in mezzo e lo difendo.
La trama è semplice: Ickarus (non è un caso), un affermato dj di musica elettronica, techno, chiamatela come volete (tanto non lo sa nessuno), si è fatto un po' prendere e, tira-tira per le varie festicciole, ha esagerato con droghe di tutti i colori (alla leggenda della singola pastiglia killer continuo a non credere, ma questo è un altro discorso), e c'è "rimasto sotto". Finito in una clinica di "recupero", con la collaborazione di pastiglie di altri colori, la situazione è destinata a non migliorare, anzi. La carriera musicale è un naufragio; i rapporti col mondo (la ragazza ok; amici non se ne vedono, se non fulminati satelliti) vanno a rotoli, su di un piano inclinato. Dopo vari deliri allucinanti però riesce a sfornare Il Disco che lo rende di nuovo un prodotto a cui la sua manager non può rinunciare. Ecco tutto.
Non è un capolavoro, non è nemmeno un gradino sotto. Ma non è da bocciare in tronco, a mio avviso. E qui, più che altro, mi preme scrivere i motivi per cui le critiche non sono esatte.
L'osservazione più diffusa: "Troppo lineare e semplicistica la rinascita di Ickarus!". Se tale katarsi ci  fosse stata l'osservazione sarebbe giusta. Non vedo però alcun tipo di "riabilitazione" del dj. Al contrario: è tragico il finale in cui il dj riesce, sì, ad ottenere l'ultimo (?) viaggio di lavoro in compagnia della ragazza ormai ex, ormai lontana.
Altra critica è quella della trama debole, o forzata, con scene portate all'eccesso. Se non fosse che...questo film racconta l'eccesso. E, a mio parere, lo fa in maniera più realistica di quanto si possa credere. Può sembrare triste quanto esagerato ciò che accade sullo schermo, ma purtroppo...è così. Non serve mettersi l'impermeabile dell'investigatore per trovare situazioni come quelle descritte nel film, basta informarsi su quale festa Elettro-Techno, sul quando e sul dove ed il gioco è fatto.
Quindi per me il film può essere visto tranquillamente, certo c'è Trainspotting e altro, ma ritengo lo scenario di "Berlin calling" particolare di questi anni, di questa musica e di quei luoghi. Luoghi che non vedi da lontano, filtrati dal contorno del cappuccio in testa e degli occhiali da sole, scudo contro l'ipocrisia ma anche contro la vergogna.
Il protagonista è Paul Kalkbrenner, classe '77, di Lipsia. Dj nella realtà al suo primo film. Bravo.
Last but not least, la colonna sonora. Musica d'autore, se vi piace il genere.
ciao
(depa)

Nessun commento:

Posta un commento