Le mani sulla città

Rcensione LVI:
Poca gente in sala Uander: Io, Elena, Gioggi, Tigre. Ed è davvero un peccato, perché, di questi tempi, vedere questo film, avrebbe fatto male a mente e cuore (ed è questo il sommo bene, o vogliamo continuare a credere che tutto sia a posto?). Ritorna, dopo quarantacinque editoriali, il regista di "Salvatore Giuliano", il napoletano Francesco Rosi. L'anno dopo la realizzazione del film dedicato al bandito siciliano, Rosi prosegue il suo percorso di denuncia e grida al mondo "Le mani sulla città", del 1963.

Ossessione

Recensione LV:
In sala Sbargioff torna il conte di Lonate Pozzolo: Luchino Visconti compie un altro passo all'interno delle nostre sale, consegnandoci il suo primo lavoro, "Ossessione", del 1943. Non riporto nemmeno più i presenti, tanto li sapete. Doveroso, invece, è citare le castagne ed il rosso (San Patrignano, 14%) con cui Tigre ci ha intrattenuto durante la visione, cottura perfetta.
Alla fine del film ci dividiamo, più o meno equamente, tra perplessi e soddisfatti (c'è anche un'astenuta, per mancanza di dati raccolti...). Due critiche spiccano, "Inconcludente" e "Inutile", in risposta a chi dice che il film è artisticamente valido.

Extra: quando Bill incontra Marilyn

Ueila, ciao Cinerofum! Il primo di novembre ci regala sempre una bella giornata di libertà da spendere come ci pare, e se fuori piove di brutto, e le energie non sono moltissime, provate ad indovinare quale sia l'attività più azzeccata per: stare in compagnia, vivere un viaggio di fantasia, crescere culturalmente ed, in particolare, approfondire la nostra passione.
Bravi, avete capito: guardarsi un bel film.

Rapina a mano armata

Recensione LIV:
Grande appuntamento martedì scorso, in sala Uander. Appello: Io, Elena, Tigre, Albert d'Aporty. I soliti quattro, mitici. E solo per loro, quindi, entra in sala un maestro, la cui assenza  stava rischiando seriamente di minare la credibilità del nostro Cinerofum.
Signore e signori: Stanley Kubrick, newyorkese, classe 1928. Alzarsi prego. Anzi no, state pure seduti. Vorrei infatti chiedervi di compiere questo gesto di rispetto solo DOPO aver visto le sue invenzioni cinematografiche; sì, ha più senso. Farlo consapevolmente. Partiamo quindi con il secondo lungometraggio del regista americano: "Rapina a mano armata", del 1956.

Extra: bruco con la sciarpina, gola puzzolente e Bubo...

Sabato sera, dopo aver fatto il giretto culturale del mese (io ed Elena siamo andatati a vedere "La piazza più bella d'Italia", a Vigevano...), siamo in tre appollaiati sul divano in sala Uander: io, Elena e Zippino. Siccome Elena ce l'ha fatta. sì!, è riuscita a recuperare dal Tigre il film fantastico che la portò, bimbetta con cerchietto e dito sporco di nutella, su di un tappeto volante per interi pomeriggi di fine anni '80, io e Zippino non ci opponiamo minimamente all'idea di passare un'oretta e mezza senza pensare a nulla, anzi. Lasciar carta bianca alla fantasia ci sembra proprio l'unica cosa fattibile in un orribile sabato grigio scuro di un Novembre lumbàrd sino all'ultima goccia di Seveso e Lambro messi assieme. Il film che Elena ci ha proposto è un classico fantasy degli Eighties, magicamente sfuggito alle mie VHS: "Labyrinth" di Jim Henson, 1986.