Extra:...e la damigella di Chabrol

Ciao Cinerofum, ieri sera altro Chabrol, altra inquietante suspence d'amore. "La damigella d'onore" è un film del 2004, quindi uno degli ultimissimi del regista parigino, scomparso pochi mesi fa. Non c'è che dire, Claude Chabrol danza sulla pellicola, sono passi magici i suoi; ogni atmosfera è ricostruita con grazia e precisione; ma soprattutto, guardando questo film, avverto il suo senso del ritmo. Non sarà il rock degli Eagles, o del Celentano nostrano, ma si sta su eccome, non ci si ferma.
La trama del film potrebbe non essere il biglietto da visita più accattivante (cataclisma passionale che sconvolge totalmente i sensi dei due protagonisti, soprattutto quello "buon"), ma è il COME che in questa arte decreta la qualità del risultato. E Chabrol ci racconta questa storia d'amore troppo forte per non deragliare, accompagnandoci passo passo, lungo i marciapiedi di una periferia residenziale francese, dettando quindi le tempistiche delle nostre emozioni, facendo sì che o ci soffermiamo a guardare quel "quadretto" perfetto, scala di grigi piovosi o, in preda ad una sorta di panico, lasciamo che il cuore acceleri per vedere che piega prenderà.
Secondo me il film non è né troppo lungo, né mai noioso; come sapete, ho la palpebra pesante e se, guardando un film di quasi due ore, rimango bello arzillo (senza l'uso di qualsiasi tipo di agente esterno!) per tutta la sua durata, beh! credo, appunto, che sia perché il film non abbia tempi morti. Come ho scritto per "Les bonnes femmes", Chabrol è anche un irritante simpaticone: non c'è altra spiegazione (se non tirando in ballo un certo Alfred inglese, padre del cinema del brivido, che Chabrol apprezzò particolarmente e studiò) per quel senso di inquietudine, quel groppo alla gola che ci viene guardando il protagonista che sta...camminando. La ricetta "del nonno", ingredienti base genuini, imparata sapientemente: sonoro e immagini (inquadrature e colori) impastati sapientemente per creare un succulento buon...cinema.
Ok, ok, lo ammetto: nel film c'è anche una presenza femminile di tutto rispetto: questa Laura Smet è 
davvero...ecco, matematicamente parlando, un prodotto notevole. Il mio giudizio sulla sua prova recitativa risulterebbe contaminato e, quindi, lo evito. Ma tutti gli altri attori mi hanno soddisfatto, tutti i personaggi risultano credibili. Non ho colto sbavature grossolane. Personalmente, associo il cinema francese degli ultimi vent'anni, a trame scadenti, con senso dell'umorismo tutto francese, e ad attori da me percepiti come "amatoriali". Mi ero dimenticato che Chabrol c'è sempre stato, che non ha mai smesso. Davvero, un grandissimo regista a lunghissima conservazione.
Aspetto le vostre. Ciaps.
(depa)

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