Extra: tre volte Maestro Mario

Ciao a tutti, la scorsa settimana qualcuno mi segnalò un'iniziativa dello "Gnomo", qui a Milano, in cui si concedeva al Maestro Mario Monicelli un piccolo tributo. Imbarazzante che non si riesca a fare di più di una tre giorni composta da 5 film, quasi meglio niente, ma vabbè, dal lato nostro glielo dobbiamo, quindi m'incammino verso Sant Ambrogio...
Il primo film che ho l'occasione di vedere è "Totò cerca casa", regia del Maestro in coppia con "Steno" Stefano Vanzina, del 1949; il secondo è "Vita da cani", del 1950; il terzo, "Risate di gioia", è del 1960.
Per quanto riguarda "Totò cerca casa" spenderò poche righe solo per dire che, in questo film, la prolifera coppia Steno-Monicelli fa i primissimi esperimenti con la "marionetta" Totò, con alcune gag che riverberanno tra le sale di tutto lo stivale; il risultato non è dei migliori, per il sottoscritto; a parte un Totò strappalacrime nella scena dei "timbri" e qualche battuta che rimane (T:-"Chi è il padre?" -"Come chi è? Sono io!", T:-"E' proprio sicuro?", "Certo!", T:-"Sa, c'è tanta gente in giro, alle volte...", -"...un corno!", T:-"Appunto!"), per il resto credo il film debba essere considerato come una fase di studio dei due registi ed il grande re della risata. Perché non c'è verso, la scena in cui Totò è scambiato per un alunno, sarà che mi ricorda il Pierino di Alvaro Vitali (senza nulla togliere eh...) ma rimango sempre un po' "surgelato" di fronte a scene di questo tipo; inoltre le scene al cimitero e nella casa in cui confluiscono più affittuari...nella sala ho avvertito un po' di imbarazzo, quindi non sono stato il solo a non esaltarmi. Concludendo, a sopresa, parto con una mezza bocciatura: non ne consiglio la visione (con tutti i tesori prodotti dai registi e dal protagonista!).
Veniamo a "Vita da Cani". Film dolce amaro in cui belle attrici dell'epoca (Gina Lollobrigida, Delia Scala e, soprattutto, la britannica Tamara Lees, statua viennese) sono portate al pascolo da un Aldo "Fabbrizi" commovente quanto esilarante, davvero fantastico in questo film. Il cameo di Mastroianni non risulta così odioso come altre mosse di questo tipo, e questo la dice lunga. Il film scorre tra simpatiche situazioni in cui il faccione dell'attore di Campo de' Fiori fa sfoggio di tutte le sue capacità comiche e altre più profonde, più drammatiche, in cui Fabrizi si adatta alla perfezione al contingente e, sarà perché nel film fa la parte di un capocomico che la sa lunga, con "cognizione di causa". Ai miei occhi è apparso davvero un attore "dalle spalle larghe". Grande. Film da vedere assolutamente, senza se e senza ma, divertente e profondo, con un attore che dobbiamo approfondire. Ritmi perfetti, bianco e nero che avvolge il tutto senza aggredire, né temere: qui vengono fuori il Maestro e la fotografia di Mario Bava.
Il terzo film è lo spumeggiante "Risate di gioia", in cui una super coppia del cinema italiano dà lezione di recitazione: Anna Magnani e Totò. Correre a vederlo. Non è un filmetto. Si ride col botto e si fa qualche lieve considerazione sulla miseria e sul come possa essere superata solo senza tener da conto il soldo. La grande attrice romana travolge lo spettatore con tutta la sua fantastica romanità. Trama anche abbastanza avvincente. Tra i due grandi protagonisti, dicunt, non scorreva ottimo sangue, ma se il risultato è questo: prendetevi a calci!
"Totò cerca casa": 5, "Vita da Cani": 8; "Risate di gioia": 7.
Arrivederci Maestro.
(depa)

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