Boiling Point

Seratina LXXVI:
Ieri sera in tre e mezzo in sala Uander: io, Zippino e Mr. Brown. Siamo alla canna del gas. Non lo sarà mai la nostra "Settima"! Soprattutto se a raccontarcela, belli comodi sul divano, continueremo a invitare pezzi grossi come l'originale regista giapponese, classe 1947: Takeshi Kitano. Nel 1990, Takeshi "Beat" (ereditato dal periodo in cui si cimentò in tipici spettacoli giapponesi ricchi di gag), sfoderò la sua seconda opera: "3-4x in novembre", punteggio d'una partita di baseball in cui gli ospiti vincono all'ultimo (minuto/partita?). Titolo azzeccato, fuori dall'Impero del Sole venne distribuito come "Boiling Point - I nuovi Gangster" che, devo riconoscere, non è poi così fuorviante.
Film che contiene in sé violenza inaudita, tenerezza estrema, saltellando tra i due personaggi principali (uno dei quali, il gangster, è il regista stesso), ci mostra gli estremi di un'esistenza, da cui non si salva nessuno, anche chi vuole starsene per sé, anche perché chi fa dell'aggressione la propria professione, quasi il proprio credo, confina con (e sente l'odore di) chi ha paura, chi vive "nel centro", si direbbe "normalmente". Anche se, il protagonista, la strada per la "normalità" la sta giusto, giusto, per intraprendere. Scoprendo, ormai lo si sa, che il normale è lui.
Che profonda carezza che sa dare, il regista col ghigno, con quel faccione che si beffava già, vent'anni fa, di imbecilli nullafacenti giapponesi che ridevano nel cadere da rettangoloni di pietra alti tre metri, o nel farsi tirare, via via, palle da tennis e blocchi di cemento (passando dalle angurie) sulla nuca...in Mai Dire Banzai, a cui partecipò come autore e "giudice". Un genio.
Rottura dello schema narrativo classico; ellissi potenti, ironiche, riuscite; provocazioni tramite l'immagine (violenze sessuali etero ed omo) ed il suono (inesistente, tranne una superhit made in japan); vado pazzo per questo autore.
Non si sa quale scena raccontare, ma alcune saltano all'occhio: quella in cui il ragazzo compie un home run che non scorderà mai, lanciandosi in una folle corsa, dimenticandosi di non superare il compagno che lo precede. Stupenda. Un'altra è ormai celebre: lo yakuza Kitano che si ferma in un campo di sterlizie, prendendosi una pausa...scena improvvisata che testimonia solida sensibilità poetica. Non è un film paciugato, la storia è lineare ed è una favola in cui la morale "cane che abbaia non morde, ma se s'incazza colpisce più forte" è narrata con maestria. Guardatelo, non ve ne pentirete. CULT.
(depa)

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