Extra: Angeli dipinti da Wong Kar-wai

Ciao Cinerofum, vorrei parlarvi di un film che abbiamo visto in sala Uander qualche giorno fa; tre i presenti. Ele, Depa e Zippino. Ancora coi postumi del bellissimo di Kitano, sono riuscito a somministrare un'altra pillola, facendo leva sull'appetibilità di altre storie di nuovi gangster. Ma la verità è venuta ben presto a galla: dalla terra degli yakuza ci siamo spostati ad Honk-Kong, e il regista cinese Wong Kar-wai ci ha spiegato, con una pennellata tutta sua che lo innalza tra i grandi autori della Settima, che il proiettile che si allontana dall'arma è solo la proiezione di una nostra "angoscia metropolitana", il manifestarsi di una violenta ricerca di contatto con altro da sé, anche se terminale, senza proseguio: "Angeli Perduti", del 1995.
La pellicola si dichiara subito, mette tutte le carte in tavola, telecamera a spalla (la soggettiva di un moscone in volo) insegue esistenze che escono di casa, sembra, per non fermarsi troppo nello stesso luogo, schivando riflessioni dolorose. Colori accesi e sfumati, pennellate blu, rosse, gialle, sempre scure. Poca luce in questo film, perché per certi occhi non c'è che il neon a tenergli compagnia. In sala, cerchiamo di non perdere il filo, ma quando questo faticoso quanto sterile esercizio viene abbandonato...si staglia di fronte a noi, un film che trasuda poesia; si è di fronte a quei registi che, alla stregua di pittori altisonanti, spiccano per avere un "tocco" inconfondibile. La tavolozza/schermo ci porge momenti di rara delicatezza, giostrando gli intrecci, muovendo i tre personaggi in un ambiente senza tempo, ma ricco di passione per due, di stravagante e ingenua vitalità per il terzo. Se, poi, al culmine della katarsi, il buon Wong decide di regalarmi un rapido tratto di veli blucerchiati, beh allora io svengo, la Ele cerca di rianimarmi, mentre Zippino è già andato...
Tre scene: il "muto molesto" che si accorge di essere innamorato, lo sente cavolo!, sa che è lei!, la sfiora senza farsi vedere, disegnando a sua volta (lo sta già facendo "Wong" in maniera superba) la sua silhouette: fiato sospeso.
La scena in cui, ancora il "muto", scopre il padre che guarda la VHS amatoriale girata dal figlio, molestandolo tutto il giorno...commovente come la carezza più dolce (molto più che quella finale in cui è il figlio che la riguarda, un po' scontata e melensa).
La scena in cui la "rossa" Punkie, nelle scale del suo appartamento, si accorge che sta perdendo il suo nuovo amore e glielo grida...fa venire voglia di vederlo in cinese...a tutti i costi bisogna sentire le varie inclinazioni di questa voce disperata.
Unico neo è la telefonata della ragazza "rasta" (mentre il "muto" è lì dietro, sempre più molesto, che ramazza): incredibilmente artificiosa; evidentemente, qui, WKW decise di appoggiare un piede per terra, per tirare su qualcuno che si stava perdendo nei meandri del suo cinema.
(depa)

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