Extra: Risorse disumane dalla Terra Santa alla Romania

Venerdì scorso, solitario in quel di Milano, decido di trascorrrere quel lasso di tempo spesso non speso, in quanto sospeso (tra una porta d'ufficio e il portone di casa), in maniera più costruttiva, sceso a Porta Venezia mi dirigo verso l'Oberdan. dove è in programmazione un film del regista israeliano Eran Riklis, classe 1954: "Il responsabile delle risorse umane" è il suo nono film, datato 2010.
Il film in sala comincia e la telecamera non regala molto spazio tra lo spettatore e "l'inquadrato", il protagonista è tampinato e se non vi distrarrete, come me, in un'analisi inutile dei dettagli tecnici, potrete seguire la storia leggera che il regista ha voluto portare da carta a pellicola (romanzo di Abraham B. Yehoshua). Il tema della disumanità dei rapporti lavorativi alla rincorsa di un profitto rapido e doloroso è affrontato in maniera non troppo pesante, chi dà voce alla rabbia un po' "caciarona" è, infatti, un giornalista che non annovera tra le sue peculiarità né solidità morale, né culturale; i rapporti internazionali costruiti, inevitabilmente, su quelli personali (cosa che si dimentica troppo spesso) sono poi narrati in chiave road-movie vagamente kusturiciana (il viaggio sul mezzo militare), senza badare troppo alle sbavature di melassa, comunque contenute. Storia colorita da personaggi-macchiette che susciteranno qualche risata, e regia che fa il suo senza imporsi.
Non imperdibile ma uno di quei film da mostrare ai duri di cuore e di cervello, auto-convinti, ogni santo giorno di più, che in Israele ci siano solo rabbini che schivano bombe (purtroppo una realtà) e che la Romania sia ormai in balìa degli zingari.
(depa)

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