Extra: Il cinema si gira, tributo al muto.

 Il Cinerofum riapre dopo la meritata pausa "Kampu-Thai" e si reca al cinema a vedere un film di cui sentì parlare a Cannes 2011. Michel Hazanavicius, parigino classe 67, ricordandosi del cinema che fu, si volta indietro più che i Coen, con il loro uomo smemorato, solo per citare uno dei recenti sul 'Rofum, e, oltre a rispolverare ed esaltare il bianco e nero, riesuma addirittura l'assenza di sonoro, realizzando un vero e proprio "muto": "The Artist" è un coraggioso tributo a quel cinema cui viene sempre più voglia di rivolgersi. Il risultato, per me, ottimo: i cuoricini negli occhi degli innamorati delle pellicole ante 1929, seppur non rossi per ovvi motivi, battono forte all'uscita dalla sala.
E' dolcissima questa carezza a quel cinema in cui sentimenti e reazioni scorrono liberi, non incanalati, la mente ed il cuore si guardano attorno a 360°. Gli attori (su tutti i due protagonisti, Jean Dujardin e Bérénice Bejo, ma anche il concreto produttore John Goodman e il tenero maggiordomo James Cromwell) entrano a pieno nell'atmosfera, mettendo in moto tutti i muscoli facciali. Bravi. Bella la sequenza del sogno in cui il protagonista è sgomento di fronte ad un nuovo mondo continuamente disturbato dai rumori che ogni oggetto si porta a presso (anche intelligente la scelta di non proseguire con quell'impostazione che avrebbe reso il film un altro film, forse un po' più comico ma meno profondo). La scena della donna che abbraccia l'abito del suo idolo, così come la presenza del divertente cagnolino, ricalca la poetica propria dei film dei grandi registi "muti" (Chaplin su tutti). Che quella del regista francese sia stata una scommessa per dimostrare che il cinema di ottant'anni fa può non essere necessariamente esaurito oppure sia stato un elegante tributo ad un'epoca cinematografica che sinceramente commuoveva e divertiva, non lo so. In entrambi i casi, comunque, il suo obiettivo è stato raggiunto.
Tutti al cinema a spendere soldi, per un volta, per una giusta causa; in pellegrinaggio a rendere omaggio a quell'età della "Settima" che ci regalò emozioni uniche.
(depa)

1 commento:

  1. Altro spunto affascinante, privo di ragioni storiche ma mosso da una fantasiosa idea è quello del tip-tap quale strumento per Il Cinema con cui affettuosamente rallentare, porgere la mano in soccorso di quelle vecchie stelle che lo hanno reso, di fatto, la Settima Arte:
    "Chi è pronto col sonoro, prego avanti...chi non se la sente...vabbè, voi di là, prima di uscire un salto in sala Tip-Tap".

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