Extra: Arianna è cotta!

Ieri sera, in sala Uander, Billy Wilder s'è intrufolato per scappare dal gelo che per le strade stava bloccando tutto; eravamo lì, io ed Elena, a guardare Corradino che stava facendo il solito punto sui fatti quotidiani, quando Billy ha iniziato a battere forsennatamente sulla porta della sala, gridando "No, tranquilli, 'sta volta niente ansie, stasera si ride, si scherza...al massimo un goccio di magone sul finale! E poi guardate chi v'ho portato...", allargando il braccio e facendo accomodare nientemeno che Audrey Hepburn e Gary Cooper: "Arianna" (1957).
E ha ragione, Wilder, a dire che questo film è più leggero degli ultimi visti in sala Uander; appartenente alla fase centrale della sua produzione, ha assunto ormai il sorriso delle fresche commedie d'amore, in cui gli attimi in cui il cuore è pressato per terra da sentimenti sconfortanti sono fugaci, potenti ma rapidi, funzionali all'attimo successivo, quello dell'abbraccio, del bacio, dell'happy ending, se siamo in dirittura del termine della bobina.
Il film si dichiara commedia scanzonata sin dalle prime battute ed allora in sala ci si rilassa, posiamo la lente d'ingrandimento e stacchiamo il cervello (i dettagli da "giallo" è meglio ignorarli), scoprendo che...c'è un attrice che, per quanto bella ed elegante, mostra piena padronanza dello spazio intorno a sé e delle possibilità espressive del proprio viso. Disinvoltissima Audrey Hepburn, anche un po' imbarazzata, accanto a me in sala Uander: "Eh lo so, è da stupida cadere tra le braccia di un tizio come quello!", indicando Gary che sta facendo il cascamorto con la Ele..."Ohi Gary, su, belìn!". Basti vedere con quale faccia da schiaffi la fantasiosa Arianna stuzzichi Gary "Flannagan", durante il giretto in barca. Ma la Hepburn è convincente anche nel rapporto con il padre; non ci sono momenti tragici in cui mostrare come si riesca a commuovere, ma dialoghi brillanti, a volte pure piccanti!, di cui è importante non perdere il ritmo. E questo è scandito, oltre che dalle battute, dalle movenze dei due protagonisti e della m.d.p., anche da trovate stravaganti che ricordano costantemente al pubblico che stasera si è in sala per ridere, una su tutti l'orchestrina zigana...tappezzeria umana che, astutamente, soffia sempre sul ritmo non lasciandolo acquietarsi (nemmeno nel bagno turco!...).
La commedia, poi, prima di terminare si concede anche qualche minuto di profonda tristezza: Audrey in sala comincia a singhiozzare, Gary le porge un fazzoletto di carta con immagini di nudi femminili ed in sala Uander scoppiamo tutti a ridere e darci pacche sulla spalla. Tutto questo sotto lo sguardo soddisfatto di Billy che, intanto, si è già diretto verso Piola...
(depa)

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