Extra: Bergman e dubbi religiosi

Ieri, sapendo che in sala ci sarebbe stato un Bergman, sono andato, forse incautamente, all'Oberdan. La Elena, con quell'istinto che lei sola può avere per ovvie ragioni, ha preferito stare al calduccio a preparare toast coi carciofi; tra l'altro, la aspettava, allo spettacolo successivo, un altro "filmettino" mica da ridere...quindi sì Ele, te la sei giocata bene. Non che "Luci d'inverno" sia un brutto film, ma di certo non digeribilissimo; il regista svedese porta avanti le sue elucubrazioni religiose e il risultato è un film che presenta alcuni dubbi e fornisce alcune possibili risposte; evidentemente teologia autobiografica a disposizione di tutti.
Con autobiografico intendo, quindi, anche personale; difficile intravedere e cogliere tutti i quesiti che annebbiano lo sguardo di un figlio di un pastore luterano; ma se i temi sono alti, ciò nonostante, si percepisce la volontà del regista di "portarli a terra" e di affrontarli almeno con coloro che si sono sbattuti per arrivare sino in chiesa con un freddo così...
Personalmente, ho avuto l'impressione che il regista, in quella lunga e severa sequenza iniziale, abbia voluto gonfiare la grossa e perfetta sfera della sacralità religiosa, per poi divertirsi a farla scoppiare con uno spillo (la punzecchiatura fatale potrebbe essere rappresentata dal suicidio del fedele terrorizzato dai cinesi). Ma, realisticamente, Bergman non credo fosse intenzionato a dimostrare l'inutilità o, peggio, la falsità di certe impalcature umane...più probabile che voglia spiegare che la fede debba risiedere "senza se e senza ma", senza ogni mese calcolare il tasso di guadagno della somma investita...perché altrimenti "Ti saluto Fede".
Allora non resta che rassegnarci a seguirlo nelle sue intime diatrìbe, apprezzandone però la pulizia artistica e la tenace volontà di intavolare discussioni coinvolgendo il pubblico.
Occhio però, Ingmar: hai visto anche tu quanta gente è andata all'ultima messa del pastore Tomas Ericsson...
(depa)

ps: tra l'altro, come il pastore diventi brusco nei confronti dell'affettuosa Marta...non ditemi che non lascia un po' perplessi. E poi, perché lei risponde "Non ho scelta"? Ah ok, roba di religione...scusate.

Nessun commento:

Posta un commento