Extra: Wilder era noir

Altro Billy Wilder, il 'Rofum inizia ad avere una visione più completa di questo gigante della "nostra" amata Settima. Terzo film del regista che conosciamo soprattutto per la freschezza e l'intelligenza delle successive commedie, "La fiamma del peccato" (1944) è, invece, un noir più cupo del nero che tiene lo spettatore sulle spine dall'inizio alla fine, nonostante questa sia annunciata già nelle primissime scene...
Esattamente come ne "Il Viale del Tramonto" (che usicrà nelle sale 6 anni dopo) il film inizia con una flashback narrato in prima persona; la modalità è leggermente diversa, ma in entrambi i casi spicca la ricerca di uno svolgimento coinvolgente e originale: in "Sunset Blvd" chi narra è in effetti un cadavere, la pellicola mostra le vicissitudini di un uomo già morto; ne "La fiamma del peccato" ("Double indemnity") il narratore non è morto, ma è evidentemente messo male...e, se nel film del '50 la scelta avvolse la trama in una pesante coperta di morte; nel film di cui scrivo in questo post il risultato è, forse, ancor più inquietante: la voce narrante sarà tremante, sofferente, aggiungendo al canovaccio una peculiarità nuova: il fattore temporale; emotivamente, lo spettatore non soltanto non considera i giochi ormai fatti, ma è conscio che ogni attimo narrato si porta dietro, nel "non è più", le ultime gocce di linfa vitale del protagonista. Grande Billy. Altro punto in comune il fatto che il film inizi con una camera-car, come a sottolineare che da certi "...tram non si scende", questo senso di inarrestabilità della frana causata dai nostri atti e dai nostri sentimenti pedinerà lo spettatore, sfiancandolo piacevolmente.
Il risultato è un film avvincente (perché credibile) dai toni cupi, in cui i due protagonisti scivoleranno in una spirale diabolica che pare perfettamente disegnata, ma che dovrà fare i conti con il classico "ficcanaso" (in questo caso, però, c'era da aspettarselo, è il suo lavoro!). Dialoghi tra i due protagonisti che pesano come macigni, batti e ribatti che vien voglia di imparare a memoria, Fred "Walter" MacMurray col suo ghigno da schiaffi è nato per interpretare uno spavaldo assicuratore innamorato; Barbara Stanwyck, col braccialetto alla caviglia mentre scende le scale e con gli occhiali da sole tra gli scaffali del supermarket, è una dark lady a cui, nonostante quella frangetta un po' così, viene voglia di abbandonarsi eccome! Il film mostra bene come l'assicuratore Walter Neff si avvicini a lei come predatore per poi rimanere intrappolato nella sua tela di occhi languidi e baci appassionati.
Sceneggiatura "moderna", attori superbi (tra cui il precursore del tenente Colombo, Edward G. Robinson...spiccicato!), ritmo elevato, la fotografia amalgama il tutto...niente da dire, Billy Wilder nel sangue aveva il noir.
(depa)

ps: ma chi è che sa la "storia di Philadelphia"?...

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