Extra: Godard vs IBM...

Ieri pomeriggio, solo soletto, ho potuto porre un altro tassello godardiano sulla mia personale parete dedicata al creativo e stravagante regista francese: "Agente Lemmy Caution: missione Alphaville" (solo "Alphaville" per gli amici) è un film del 1965 (il nono lavoro da quel primo, fulminante, "À bout de souffle" che lasciò tutti senza respiro), contemporaneo al "folle Piero", nel quale Jean-Luc Godard è parso impiastricciarsi come un bambino (molto maturo, certo) coi colori "fantascienza", "poliziesco" e "noir". Ovviamente c'è molto altro, dietro a questo bianco e nero angosciante, nel quale si aggirano sereni e stupidi gli abitanti-prigionieri di "Alphaville"...
Il messaggio del film è chiaro sin da subito: l'assenza di emozioni ridurrebbe la complessità dei rapporti sociali, ma anche il bello di vivere! Quindi, da una società che ci vorrebbe soggiogati (al denaro? Alla tecnologia? Al sesso, purché apatico? O al capo di turno?), silenziosi e prevedibili, è meglio scappare, imparando col tempo, non tutto in un colpo, a dire "Ti amo".
Godard, l'autore anti-omologazione per antonomasia, in questa pellicola, paradossalmente, avendo a disposizione l'ambientazione fantastica, non tira nemmeno troppo la corda con la destrutturazione dei classici formalismi cinematografici. Gli stilemi del regista parigino sono edulcorati dalla veste, di per sé fantascientifica (distopica!), dell'avventura dell'agente Lemmy Caution. Non illudetevi però, Godard cita, rimanda, rimescola, provoca e disorienta come al solito (complice anche un sibilo di sottofondo che vi farà alzare e dirigere verso la lavatrice per verificare che sia spenta).
Lo consiglio solo a chi vuole insistere a testa bassa con uno dei padri della Nouvelle Vague, per apprezzarne originalità e coerenza; lo sconsiglio a chi saprebbe già di non gradire. Facile, no? Io bene, grazie e arrivederci.
(depa)

1 commento:

  1. Come possa aver vinto l'Orso d'Oro, però, lo riesco a capire ancora meno del più difficile dei film di Godard.
    O quelli della giurìa erano tutti "avanti" (...), o alla Berlinale c'è sempre qualcosa dietro ("Tropa de elité" e "Il canto di Paloma" docent)...

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