Extra: giallo oro alla Woody

Ieri sera, cielo grigetto e casa a soqquadro, il Cinerofum si stringe attorno alla sala Uander e opta per un defatigante Woody Allen: "Misterioso omicidio a Manhattan" è una commedia gialla del 1993 che rispetta tutti i canoni stilistici del regista newyorkese: godono gli occhi, lo spirito e il cervello. E così, per un'ora e tre quarti, io, Elena e "Pulcy" Dany (new!) abbiamo dimenticato l'ammorbamento intellettuale dilagante, la pioggerella fuori e, soprattutto, il delirio in cucina!
Che scrivere di questo film? E' coinvolgente dall'inizio alla fine, sa cos'è il ritmo e non lo lascia calare e, già che c'è, tra una battuta da manuale e un'altra, dispensa lezioni di cinema (classiche, originali, o sottoforma di tributi).
Inizia il film, tra il pubblico di una partita di hockey su ghiaccio è seduta una vera coppia d'oro (tipo Luca Vialli e Bobby Gol, non so se mi spiego): Diane Keaton e Woody Allen sono assortiti come un piano e un sax, li potremmo ascoltare per ore. Senza che nemmeno debbano aprir bocca, sono già scoppiato a ridere, questo è l'effetto che ha su di me Woody Allen, questo mostro sacro del comico che si porta addosso, aggrappate a ogni sua ruga ed espressione, le gag accumulate in una lunga e vincente carriera cinematografica. Ma i due non si accomodano e iniziano a sfornare duetti d'alto livello (le scene nel corridoio di casa), lasciando che la m.d.p. li segua con movimenti naturali quanto ricercati (a braccio, ma seguendo veri e propri passi di danza: sequenza della Keaton furtiva in casa di Mr. House o quella dei due coniugi Lipton che chiacchierano attorno a una fontana). Il regista mette in mostra la propria astuzia cinematografica anche con alcune scelte meno evidenti ma funzionalmente rilevanti (per esempio non mostrarci cosa vede Diane "Carol" Keaton dallo spioncino); il risultato è un film prezioso che coinvolge il pubblico come un giallo dei grandi Maestri di Woody (lui ne è conscio e non si permette di non tributare loro eleganti e appassionati tributi (Hitchcock, Wilder, Welles...la scena degli specchi, gioiello nel gioiello) e che in più, marchio Woody, può stenderlo con una battuta come:
- "Io non posso ascoltare troppo Wagner... già sento l'impulso ad occupare la Polonia!"
- "Mo-orta?! Pro-prova a darle il regalo..."
Tranquilli, la battuta non è a scelta, "Misterioso omicidio a Manhattan" è All-inclusive, vi consiglio vivamente di prenotare prima possibile...
(depa)

1 commento:

  1. Incredibile! Woody Allen è riuscito a farmi appassionare alla risoluzione di un giallo!
    Non c’è il ritmo di un Wilder in “Testimone d’accusa” o le riprese “estreme” di un Hitchcock qualunque, ma c’è tanto, tanto Woody (già esaurientemente descritto ed elogiato da Depa) e, in più, c’è il suo stare dalla mia parte, contro il giallo: preoccupato per la moglie, vuole che non indaghi più su quella, secondo lei, strana vicenda e riportare, di conseguenza, la pellicola sui binari della commedia! :) Ma, alla fine si appassionerà anche lui, come me...
    Una pellicola estremamente piacevole.

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