Simpatica Vendetta coreana

In sala Uander, ieri sera, con la scusa di proseguire la rassegna Carpenter, abbiamo convinto Mr Brown a ri-presenziare al Cinerofum. Fate vobis come siamo messi. Poi, consapevole che, però, un russo degli anni '30 sarebbe un accanimento gratuito (?) nei suoi confronti, ho deciso di ripiegare su un film sud-coreano più "leggero" (mannaggia ai tòpoi!), più consono al ragazzo di Paderno Dugnano che, durante le lezioni di Mario Monti (non alla tele, in aula!), pensava a come recuperare il biglietto per il settore ospiti di turno (Maroni pagherai). Il primo capitolo della "Trilogia della Vendetta" di Chan-wook Park, regista nato a Seul nel 1963, è "Sympathy for Mr. Vegeance", pellicola del 2002.
Il film, diciamolo subito, non fa gridare al miracolo. Però qualcosa c'è, un'attenzione, ecco; quella ai colori, ad esempio: il verde acceso, neon-epilettico, che rincretinisce gli automi-operai e sterilizza le differenze; il rosso scuro sangue che, al contrario, riporta sul pianeta terra, uno schiaffio che ti fa ripigliare. Altra attenzione, evidente, è quella dedicata all'intreccio: il regista sudcoreano, in odor di Tarantino, decide di incrociare rabbia e vendetta, al ritmo di sanguinolente ferite e truculenti omicidi, in particolare nella seconda parte, a ricordare che nonostante i preparativi, se ti cade l'uovo, qui il rosso soprattutto, ormai la frittata è fatta, maledetto dado...Se nella prima parte la storia viene impostata raccontando le premesse di una tragedia, nella seconda viene raccontato il precipitare degli eventi, esplicando, con un po' di leggerezza, che da cosa nasce cosa, che chi semina odio raccoglie vendetta (se lo ricordassero i politici...) e che, però, a cercare vendetta ci si va comunque a perdere, perché arriverà quella successiva; forse, il crimine non paga. La società moderna crea stragi come queste, colpa dei licenziamenti e della scarsa assistenza...Beh facciamo così, prendiamo questo film per quello che è: un discreto blockbusteruccio (lo cito, tanto ormai...), ben confezionato (alcune sequenze apprezzabili: il mozzicone di sigaretta sull'acqua inquadrato da "sotto"; decente presentazione dei personaggi; intreccio che, nonstante un po' di confusione, regge) non sbiascicato malamente o urlato prepotentemente; l'incipit della Trilogia che permise al tenace e astuto regista di Seul di farsi conoscere nel pianeta cinema, così goloso di reni asportati e torture impressionanti. In sala Uander approfondiremo l'autore...se volete unirvi; senza pretese (nostre, non del regista!).
(depa)

ps: però il padre non può rintracciare sempre tutto e tutti...

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