Come la giri è uguale

Nel 1975, a metà del suo prolifico quanto condensato periodo di produzione cinematografica, Rainer Werner Fassbinder si cimentò nella rappresentazione della classica storia d'amore tra esponenti di ceti sociali agli antipodi. Titolo e risultato dell'esperimento sono anch'essi ovvi: "Il diritto del più forte" assicurerà ai più abbienti la possibilità di dichiararsi vincitori, lasciando agli altri la grassa consolazione che, in altre vite (non certo umane), su altri pianeti (tipo "Moralia" o "Amorepuro"), verranno ribaltate le posizioni di partenza.
Come per altri film del regista bavarese, lo spettatore deve mettere a fuoco la pellicola fin dai primi attimi, adattando il proprio occhio ad un cinema diverso. Superata questa stimolante fase iniziale, ci si accorge del coraggio artistico di Fassbinder che, vuole raccontarci come le dinamiche interpersonali, con il fondamentale apporto della Società Tanto Osannata (ma non solo, ognuno ci mette il proprio), siano corrotte già dal seme. Questo è l'Amore che ci hanno insegnato e dobbiamo tenercelo, perché se no è Amore Altro e, tanto basta, illegittimo. Prevaricazione ed opportunismo, un'asta che dura un'esistenza alla ricerca del miglior offerente o dell'affare della vita. Pellicola della disillusione, che parte da un fronte per accorgersi che le trincee sono ovunque, su tutti i piani: sentimentale e sociale.
Di "Pugno di ferrò della libertà" (titolo originale), oltre ai contenuti rimarrà negli occhi la prova recitatoria di R.W.Fassbinder: con la sua giacca jeans e il suo sorriso beffardo, "Fox" ci farà provare simpatia per un ragazzo divertente e mai arrendevole, orgoglioso ma pronto a provare Amore non tagliato; inoltre qualche tratto proveniente dai pennelli fassbinderiani emerge (scena finale, immersa nel-blu piastrella della metro; l'attimo della "rottura" tra i due protagonisti mentre scendendo alcune rampe), ma a servizio più della narrazione "piatta", che della scardinatura di ogni linearità, propria del cinema dell'autore.
A ben vedere, la trama non sembrerebbe il punto forte di questa pellicola, eppure lo è. Vedere per credere.
(depa)

ps: la madre del regista ha le vesti della vicina di casa (dell'appartamento acquistato, très chic).

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