La prima di Fassbinder

Ieri sera, allo Spazio Oberdan, altro Rainer Werner Fassbinder: "L'amore è più freddo della morte". Girato nel 1969, è il primo lungometraggio del regista bavarese e, anche se la trama appare più lineare di alcune successive sue opere, conserva in nuce tutte le carratteristiche del suo cinema: minimalismo, scenografico ed espressivo, disillusione riguardante il sentimento amoroso e tante, tante sigarette..
Che sia il primo esperimento del regista tedesco è evidente, troppo machi, troppo hollywoodiani i due protagonisti, fatto che non si ripeterà nelle opere seguenti (almeno quelle prossime), d'altro canto questo aspetto fa sì che il film risulti "facile" anche a coloro che non mangiano pane e Godard. Ma non voglio ridurre l'importanza di vedere l'opera prima di Fassbinder, perché ciò permette di vedere con occhio quale sia stato il suo percorso artistico.
Si tratta di un noir alla luce del Sole, in cui lo stesso regista interpreta a meraviglia uno sfacciato fuorilegge che "ama molto" la propria ragazza (la solita, stupenda, Hanna Schygulla, sfrontata e sentimentale), ma che non si fa problemi a farla prostituire (in casa), a vederla "corteggiare" dall'amico da poco conosciuto e, comunque, ad indirizzarla verso una crimininalità attiva.
Come in molte successive opere, Fassbinder è il vero e proprio fac totum: produttore (per la sua "Antitheater"), regista, autore, sceneggiatore, scenografo, montatore e protagonista; e il risultato è un film profondamente legato al suo modo d'intendere l'arte cinematografica e, soprattutto, le dinamiche che muovono la società, inlcusa quella amorosa, perennemente intesa come gioco di potere, di prevaricazione di un padrone sul suo schiavo. In qualche modo, si potrebbe concludere che, per Fassbinder (ora la sparo grossa) l'"Amore" è l'espressione dell'eterna paura che l'uomo ha per la vita e, quindi, della morte, e quindi, essendo paura, ha segno negativo, non potrà mai essere sentimento sereno con segno "+", ma soltanto un trascinare nel fango con sé.
Se avete capito spiegatemelo.
(depa)

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