Abramo Lincoln adorava l'aglio



L'altroieri, Sala Uander sbarazzina, pure troppo. Indossati gli occhialini 3D e mostrati i pollici in su ("Siamo pronti!") è iniziato "La leggenda del cacciatore di vampiri" (2012), del regista russo Timur Bekmambetov, classe 1961, non certo sopraffina...
Quando si entra in sala per vedere un film il cui titolo originale è “Abraham Lincoln: Vampire Hunter” si è preparati sia a vedere il sangue schizzare su abiti dell'800, sia ad accettare una rivisitazione in chiave fantastica delle gesta del 16° presidente americano. Quest'ultimo fattore potrebbe, invero, rappresentare il punto di forza della pellicola: lo spettatore pende dalle labbra della sceneggiatura (oltre che dai canini dei protagonisti). Il condizionale ci riporta coi piedi per terra: quattro anni dopo “Wanted - Scegli il tuo destino”, il regista che viene dal Kazakistan (delta dell'Ural, tra Europa e Asia, né arte né parte come il film?) porta su pellicola un romanzo di Seth Grahame-Smith con tutte le sue debolezze, trovando negli effetti speciali l'unico valido alleato.
La supervisione del maestro Tim Burton non basta a dare spessore a quest'horror senza troppe pretese; il buon Tim, tra i produttori, comunque, garantisce agli appassionati del genere horror-fantasy un'attenzione particolare alle tecnologie utilizzate e, da questo lato, il film non si fa mancare nulla e appare come una summa di tutti gli effetti video sparsi in altre pellicole (Matrix e i "dragoni volanti" su tutti...).
Ma è la trama, debole e confusa, il punto dolente: Abramo Lincoln, rimasto senza madre (uccisa da un vampiro) decide di vendicarla per poi dedicarsi alla sua vera vocazione, la politica; l’abolizione della schiavitù e la “sua” unione tra Nord e Sud, però, dovranno passare attraverso il cuore di un centinaio di non morti. Tale banalità si rispecchia irrimediabilmente sulla prova degli interpreti e spesso, involontariamente, sulle risa del pubblico.
Vale la pena solo per il 3D, ricordandosi sempre di trovarsi di fronte ad una sorta di videogioco con alcuni quadri/schermi/livelli divertenti (come la sequenza della lotta tra i cavalli galoppanti).
(depa)

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