Marlowe '70, giallo alla Altman

E' ufficiale, il Cinerofum è un infedele, s'è preso un'altra cotta, ma Il Cinema non si offende, anzi, ti toglie dalle braccia un regista e te ne porge un altro: questa volta è il turno del regista americano Robert Altman, il quale, nel 1973, girò un film divertente, appassionante, intrigante e, ricordo che abbiamo a che fare col regista di Kansas City, vero e proprio pittore della Settima, eccezionalmente bello a vedersi: "Il lungo addio".
Incollato allo schermo dalla prima all'ultima inquadratura, per non perdersi nulla della battuta che verrà, sussurrata in lingua originale da un Elliot Gould "Marlowe" carismatico quanto umano. Per non mancare nemmeno un passaggio nello svolgersi della trama, incredibilmente lineare (oddio, io che sono tanardo un paio di volte ho dovuto riavvolgere il nastro, ma "è una cosa mia") e accattivante. Ma, soprattutto, non m'interessa il rischio di ripetermi, per non lasciarsi sfuggire alcuno stacco, nessun piano sequenza, nessuna zoomata "alla Altman" (lui e S. Leone "si conoscevano"...). E' vero la fotografia (Vilmos Zsigmond) è "tanta roba" di questa pellicola, così vellutata e onirica, pronta a raccontarci di uno stile che ormai non esiste più, ma Altman emerge con l'inconfondibile mix di poesia e ironia che permea la sua regìa. Guardiamo la sequenza con cui è inquadrato il protagonista, mentre è in macchina e si dirige verso la bella casa al mare di Malibù: stupendo l'occhio che si posa su Marlowe, poi zooma fuori dall'auto, attraversando delicatamente il parabrezza, per poi tornare sul protagonista e ancora...la sequenza del colpo di bottiglia, quella dell'inseguimento a piedi, elegantissimo; oppure il valore estetico delle immagini raccolte qua e là (il cane che rotola, i cani che "flirtano"), di cui Altman è re. Difficile trasferire su eCarta l'atmosfera da giallo decadente (forse un po' troppo assolata Hollywood per il genere noir, ma il sapore è quello). Come fare, aiutatemi, a spiegare le emozioni che regalano il rapporto di Marlowe col suo gatto, coi suoi vicini, con la sua casa, con ciò che lo circonda?
Grandissimo Altman.
(depa)

1 commento:

  1. Per una volta, mannaggia a me :), mi permetto io di non essere d'accordo con un tuo giudizio.
    Detto che non sono ancora in grado di cogliere la bravura del regista nelle riprese come sai fare tu e il tuo entusiasmo mi è sembrato di capire venisse soprattutto da questo, a me 'sto film non è piacuto per niente.
    Il personaggio di Marlowe "per me è ok", ma, a mio gusto, il ritmo è troppo blando, gli avvenimenti poco emozionanti e i dialoghi abbastanza prevedibili.
    Bah... sarà anche che, nonostante venga catalogato come drammatica o come thriller, a me è sembrato un "giallo" puro puro (non c'è manco una spruzzata di tensione da "thriller" in tutta la pellicola!), genere che proprio non gradisco.

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