Assurda eredità tutta umana


Giovedì scorso, all'Apollo di Milano, altro film proveniente dall'ultima Biennale di Venezia (2012), altro film proveniente dal medio-oriente: "Heritage", della regista palestinese Hiam Abbass (Nazaret, 1960; più nota come attrice), ci consegna uno spaccato interessante ed angosciante delle brutture di cui è capace questa stranissima specie cui apparteniamo.
L'esordio alla regìa di Hiam Abbass ("scendiamo", in dialetto napoletano...) è una storia già sentita, fatta di incomprensibili distanze, create da religioni e culture sbagliate, tradizioni bestiali. Ma raccontata in maniera corretta, senza affrettare facili giudizi. In una terra in eterna guerra, avvolta dal continuo terrore, le menti perdono in lucidità e coloro i quali dovrebbero spargere saggezza disseminano odio, mentre chi pare predisposto ad essere succube della corruzione di ogni valore si scopre essere colui che ha almeno un'idea diversa a cui tendere (il figlio che all'inizio incarna lo spregiudicato politico "collaborazionista" si rivela, in realtà, un uomo innamorato e forse solo un po' ingenuo). I valori dell'umanità si fanno confusi quando sopra le teste si inseguono i caccia e precipitano le bombe; si rinnega la propria famiglia in nome della stessa; per amore folle rivolto a chi non esiste di circonda d'odio chi ci siede accanto. Un'imbarazzante impalcatura tutta umana, questa dannata religione, che ci condanna a sofferenze di cui ogni altro essere vivente ci fa spernacchi. Altro che superiori.
Il film è da vedere (attori bravi, regia asciutta), per disporre di uno scorcio di vita in una terra dilaniata dalla contesa e per vedere come un film possa mettere in moto riflessioni che, magari, lentamente, porteranno all'abbandono di obsoleti preconcetti che uccidono corpi ed anime ogni giorno.
(depa)

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