A Venezia 2012 ha partecipato anche un film in cui non emerge certo una trama originale (un duro che viene assoldato da un piccolo boss per le sue commissioni), ma la capacità del regista di muovere la m.d.p. come nei più classici dei film del genere: "The iceman" è un film diretto dal regista israeliano classe 1973, formatosi negli USA, Ariel Vromen.
Non fatevi deviare dalla, pur veritiera, locuzione "basato su una storia vera", l'aria che si respire in questa pellicola è quella del videogioco "Gran Theft Auto", o del più classico Gangstar Movie, in piena atmosfera Seventies. Che poi, non l'ho mai capita quella precisazione sbandierata con soddisfazione: perché mai dovrei essere spinto a guardare un film sapendo che è tratto da una storia vera? Al massimo, è DOPO, che può venirmi voglia di sapere se ciò che ho visto è vero (voi direte: "beh loro te lo dicono prima, ti fanno un favore...poi chissà dove finisci tu, alle erbe...", vabbè era per parlare). Cosa ne pensate?
Torniamo a noi: basette e baffi, ray-ban e "Heart of Glass" in pista, quindi, e un bel protagonista tenebroso che di più non si può. Michael Shannon (il simil Cristiano De André, imbalsamato e sclerato, già visto in "Take Shelter") è fatto apposta per questo ruolo: mezzo sorrisetto ironico che, in realtà, è un digrignar di denti rabbioso, e sguardo perso verso il prossimo incarico.
Un film non proprio da Festival (si tratta di una banale storia di macho anti-eroe invincibile), ma nel suo genere è ben fatto (cast valido: Ray Liotta, Winona Ryder e James Franco). Nessuna scena indimenticabile, nessuna battuta che diventa citazione da sé, però un certo ritmo che, almeno, non annoierà (anche se di mogli di criminali rincoglionite che si sciolgono vedendosi regalare gioielli da 3 milioni di dollari pensando che il dolcissimo maritino consegni latte porta a porta, non se ne può più...).
Comunque Richard Kuklinski (il criminale da cui spunto la sceneggiatura), a quanto pare, era ancora più incazzato! Brrrr...
(depa)
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