Una grande squadra di attori e la commedia c'è

L'altro ieri sera finalmente, dopo un mese di "bagordeggiamenti", sono riuscito a trovare una serata tutta per me da passare nella tanto cara sala Ninna in compagnia del vecchio amico cinema. Fuori faceva  freschetto e per di più pioveva a dirotto e questo mi ha invogliato ulterirmente a svestire i panni del "bagordeggiatore" e ad infilarmi quelli del cinerofumiano.
Il film che ho deciso di vedere è un'altra opera del maestro Mario Monicelli che dirige una squadra fenomenale di attori che ha come punte di diamante Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Totò e Claudia Cardinale, che interpretano "I soliti ignoti", commedia del 1958.

Siamo nelle periferie romane dove la gente spesso è costretta a campare di espedienti, lavoretti saltuari e qualche "cosuccia" non proprio legale.
Cinque "scappati di casa" si riuniscono per provare a fare il colpo della vita, un colpo da milioni, un colpo semplice semplice... che ovviamente si rivelerà un fallimento totale!
Il film è gradevole, il ritmo della commedia è abbastanza frizzante, le scene sono ben costruite e la trama è un po' scontata, ma efficace. Ma quello che rende veramente gradevole il film, secondo me, sono le prestazioni di questa, già citata, fenomenale squadra di attori.
Un Vittorio Gassman eccezionale che interpreta la parte del leader del gruppo, scaltro, seduttore, ma con una leggera balbuzie che rende il personaggio un po' più sfigatello, e fa alzare notevolmente il voto della prestazione dell'attore.
Marcello Mastroianni che interpreta la parte del più serio e ragioniere del gruppo, parte che gli calza a pennello.
C'è anche una comparsata piuttosto lunga e importante di Totò che interpreta la parte di Dante, un esperto di furto con scasso, ingaggiato dal gruppo perchè insegansse a loro come aprire una cassaforte. E' strano vedere Antonio de Curtis non nei panni di Totò e, chissà, forse la sua carriera sarebbe stata più soddisfacente per lui (e per noi) se avesse dismesso più spesso i panni del suo (unico) personaggio. Bella la sua usita di scena, a circa tre quarti di film, con la battuta rivolta a modo di saluto al gruppo: "Ricordatevi ragazzi! La prudenzia non è mai troppo... La prudenzia non è mai troppo..."
E poi c'è la splendida e seducente Claudia Cardinale perfetta nei panni di Carmela, siciliana sottomessa dal fratello; il giovane Renato Salvatori che interpreta la parte del ragazzo intraprendente e un po' sfrontato; Tiberio Murgia che interpreta il siciliano doc, fratello di Carmela; e infine il vecchio bolognese Carlo Pisacane che interpreta la parte del vecchietto un po' "rincoglionito", ma sempre pronto e deciso a tutto pur di guadagnare (disonestamente) qualche soldo. Un suo dialogo con un ragazzino romano del luogo, a film praticamente appena cominciato, ci fa subito sorridere e ci introduce nella storia: "-Dimmi un po' ragassolo, tu conosci un certo Mario che abita qua intorno? -Qui de Mario ce ne so' cento! -Oh sì va bene, ma questo l'è uno che ruba... -E sempre cento so'!?!"
Una commedia che spesso fa sorridere, gradevole e che merita di essere vista.
Come detto, correva l'anno 1958. Monicelli doveva ancora raggiungere la maturità artistica, ma questo film fu sicuramente "uno dei pilastri della nascente commedia italiana" (Il Morandini).
(Ste Bubu)

2 commenti:

  1. Questa sera ho rivisto "Un eroe dei nostri tempi". Sto scrivendo un commento sul film "I soliti ignoti" perchè volevo fare una piccola, ma, secondo me, doverosa e importante retifica alla mia recensione.
    Infatti dopo aver rivisto questo film del 1955, mi sono reso conto che dire che nel 1958 il maestro Mario Monicelli non aveva ancora raggiunto la maturità artistica è sicuramente inesatto visto che, come sottolinea bene anche Depa nella sua recensione, in questa commedia "da 10", qual'è sicuramente "Un eroe dei nostri tempi", la mano del regista è evidente, ed essendo questa antecedente ad "I soliti ignoti", l'affermazione giusta da fare sarebbe che Monicelli nel 1958 era già artisticamente maturo, e semai era la commedia (all') italiana che non lo era ancora, che doveva ancora trovare un suo stile e una sua identità, che ha poi trovato grazie anche (se non soprattutto) alle idee e alla creatività del regista livornese e a suoi film, come appunto "I soliti ignoti", che hanno dato nuove idee e nuovi punti di riferimento a tutti i registi e scneggiatori italiani.
    Ed è evidentemente per questo motivo che questa commedia del 1958 fu definita da "Il morandini": "uno dei pilastri della nascente commedia italiana".
    ...
    Che ne pensate, cinerofumiani?
    Siete daccordo o pensate che stia svarionando? :)

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  2. D'accordissimo...ma anche che svarioni è vero!!!! :-)

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