Losey & Bogarde: New Wave!

L'altroieri ho proposto a Elena di seguirmi a vedere un film di cui non sapevo nulla. Ormai trascorso un lungo periodo da quella che lei ritenne una scottatura, smemorata o no, ha deciso di accompagnarmi. E allora tutti in sala Alda Merini, a contemplare il cinema di Joseph Losey (1909-1984), statunitense che non si piegò agli echi del maccartismo autoesiliandosi nel Regno Unito, nonché esponente della "New Wave" (grossissimo modo il contraltare britannico della più celebre e prolifica "Nouvelle Vague"). Nel 1963, "Il servo" schiantò molti cardini teorici del cinema di allora. Conclusione: la Ele è lì che prega di vedere altri film del regista o, comunque, appartenenti a quell'interessantissimo tsunami cinematografico.
Il film parte in sordina, nonostante da subito qualcosa di originale aleggi sulle movenze della m.d.p., lunghi piani sequenza che oscillano nella grande piazza rettangolare inglese. Poi si entra in casa, quella casa che ci ospiterà per l'intera durata della pellicola. Poi compaiono i volti dei due protagonisti, sfacciati ed enigmatici. Con un crescendo che non sbaglia una nota, impercettibile nel breve, ma esplosivo sul lungo termine, i personaggi gireranno su sé stessi, rimescolando impressioni e posizioni, ma qualcos'altro, ancora di più. Perché in questo film non si assiste al banale rovesciamento dei ruoli, il servo che diventa padrone e viceversa, bensì ad uno squadernamento che pone sotto assedio il cinema intero, in termini di linguaggio, tecnica e contenuti. Se ci fosse una quarta dimensione (potrebbe essere la percezione dello spettatore, a ben pensarci), anch'essa verrebbe sconvolta.
Per questo motivo ha poco senso indagare sui perché che muovono i protagonisti, in quanto la risposta non è sul proscenio, o meglio, non solo. Il perché è nella testa degli autori, come Losey, che ardevano di nuova fiamma.
Dirk "Hugo" Bogarde non ha un disegno, non vuole conquistare la casa del ricco, viziato, supponente e superficiale Tony (il londinese James Fox, in pratica agli esordi). E' abbastanza astuto da capire che l'unico modo per creare la complicità col padroncino è quella di inserire un secondo elemento femminile e, soprattutto, "condiviso" (la super-sexy Sarah Miles, pure lei semi-esordiente). Solo così i due "nuovi amici" si ritroveranno a lanciarsi palline per le scale (!?). Ma ci si sta già arrovellando inutilmente, non c'è calcolo, eccola la Nuova Onda Inglese. La m.d.p. danza con audacia tra specchi distorti e personaggi stravaganti, estraendone un quadro molto realistico delle forze interne che li muovono. Divertissement? Non-sense? Di più. Io dico: se non ci fosse stato "Il servo", non sarebbe venuto "Arancia Meccanica"...
Che dici, Ele, mi seguirai lungo il Cinema?
(depa)

ps: dal titolo è stato escluso, con violenza, lo sceneggiatore dell'assurdo Harold Pinter, I'm really sorry Harold!

4 commenti:

  1. ebbene si, stavolta la scottatura è stata forte, ma di tutt'altro genere.
    Per quel che riguarda il mio piccolo orticello, oserei dire film capolavoro, di quelli da esclamazione all’uscita dalla sala “Bééélin che film!”
    In queste occasioni ringrazio di cuore Depa e la sua passione cinematografica, che mi permette sempre di scoprire opere di questo livello.
    Un film che scorre via senza incertezze, come olio su di un piano inclinato, senza sbavature. Dritto ed inarrestabile verso il declino del povero Tony.
    Ma qui si potrebbe parlare d’olio su tela, tanto l’arte cinematografica si esprime in maniera nuova per l’epoca, quanto per la sensazione che ci avvolge e catapulta
    nell’atmosfera di salotti damascati e caminetti scoppiettanti.
    Fluttuanti i piani sequenza, che ci fanno scoprire, dietro ogni angolo, una casa che alla fine conosceremo a memoria; Si... perchè qui si viene letteralmente presi per mano e condotti ad un “ piano superiore”.
    Sembra quasi di salirle quelle scale, assieme a lui, belloccio rampollo della borghesia inglese, che altro non diverrà se non parte dell’ arredamento da lui stesso oltraggiato.
    Bellissimi i primi piani, da farci venir voglia di stenderci a terra sorseggiando whisky, anche fosse solo sullo zerbino di casa.


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  2. Visto qualche mese fa. Bogarde qui é ineccepibile.

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  3. Oohh… finalmente un film in dvd e posso gustarmi l’impianto audio della sala Ninna in dolby surround! E invece no. L’opzione audio è solo in mono. Orc! Sono un po’ deluso per non poter ascoltare nel migliore dei modi le soavi melodie anni ’50 della colonna sonora, i rumori, le voci.
    In compenso è un piacere poter ammirare “in alta definizione” la mono espressione , “la faccia da pesce lesso”, del servo e le riprese di Losey che va a frugare, con maestria e originalità, ogni angolo della grande casa del “padrone” e ogni cambiamento del suo stato mentale reso sempre più “stordito” dalla losca e ingombrante figura del servo che è mono espressivo, ma, in compenso, trasmette un fottio d’emozioni. Lo si teme, lo si compatisce, ci si interroga su di lui e poi ancora lo si teme ed alla fine è difficile da interpretare fino in fondo, ma questa è un po’ la magia nera di questa pellicola.
    Strane e imprevedibili, anche attraverso la presenza e l’incidenza che hanno sulla storia i due personaggi femminili, evoluzioni che nei momenti più d’effetto vengono magicamente mostrate a 360° grazie ad una incantevole ripresa sul grande, antico e tondo specchio della sala di Mr Tony.
    Virtuosismo.
    Film decisamente importante, reso tale anche dalla superba interpretazione del protagonista Dirk Bogarde.
    Grande interpretazione anche del padrone James “Tony” Fox. Il suo volto alla fine del film è tutto un programma, la fitta pioggerellina britannica continua a scendere e la scritta “The End” mette fine ai suoi e ai miei tormenti.
    Imprevedibile, misterioso e assurdo.
    Ringrazio Depa per avermi passato il dvd e ne consiglio caldamente la visione.

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  4. Wueilaaaa rofumisti, qui é ossy the tiger che scrive. A soli 10 anni di distanza da voi ho visto anche io questa perla. Che dire, avete già detto tutto voi, aggiungo solo che nel vederlo sentivo un senso di pieno di completo, di fatto bene. L'ho visto su una piattaforma che ho scoperto da poco (mubi) che propone film un pochino più di nicchia. Lo stesso film visto al cinema, in DVD e in streaming... evoluzione!!!
    Ciap

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