Sulla crisi non si ride!

Ci prova Carlo Verdone a tenere viva la commedia italiana, ma le risate dove sono finite?
Le emozioni (seppur a dire il vero, blande) ci sono e quelle sceneggiature da barzellettieri, di cui scrivevo nella recensione di "Amici miei Come tutto ebbe inizio", sono lontane chilometri da questo "Posti in piedi in paradiso" del 2012, ultimo film girato dal regista, attore e sceneggiatore romano, ma questo a discapito della comicità.

In viaggio con una famiglia decisamente originale

Anche in questi giorni di feste continua il mio periodo di fuoco al lavoro e così mi devo rifugiare nelle mie passioni (in questo caso, il cinema) per provare a non pensarci e a rilassarmi dopo una giornata di duro lavoro domenicale che mi ha lasciato zero energie nel fisico e nella mente. Ma capiamoci: non mi lamento. Anzi, in questo periodo di feste e bagordeggiamenti un po' per tutti, prima di buttarmi nell'analisi di quest'ottimo "Little Miss Sunshine" (2006), mi sembra giusto rivolgere un pensiero a quelle persone, sparse per il mondo, che motivi "per lamentarsi" ne hanno veramente. Penso al polpolo siriano, a quello palestinese, alla gente e ai bambini del Sudan, ma anche a chi “semplicemente” è rimasto senza lavoro e vorrebbe tanto avere i miei “problemi”.
Questa pellicola mostra un purpurrì di valori e disvalori di una famiglia e della società e la speranza che nuovi, giusti valori prendano il sopravvento e che certe tragiche situazioni cessino sono due speranze assolutamente una consequenziale dell'altra.

Intrigante e sorprendente Wilder

Sala Ninna. L’ora era tarda, ma la voglia di guardare “Testimone d’accusa” (1957) di Billy Wilder era incontenibile. Erano settimane infatti che aspettavo il momento giusto (più che altro l’ora giusta) e non arrivava mai, così, ieri sera, ho schiacciato il tasto play sperando di non addormentarmi. Impossibile succedesse: sulla scritta “the end” mi sono accorto che stavo sorridendo, più che per la battuta finale, comunque stilosissima, per la soddisfazione che mi aveva dato la visione di tutta questa bellissima pellicola.

La fantasia di Ridley che si vede

Tre settimane fa, in volo verso Delhi, mi sono accontentato del piccolo schermo aggrappato al sedile davanti a me, pur di passare due ore in compagnia di un film e, già che c'ero, di dare corpo alle locandine che, negli ultimi mesi, hanno proclamato, con ombra e mistero, l'ultimo lavoro dell'inglese Ridley Scott: "Prometheus".

Quando c'è notte nel cinema italiano

Tra Dubai e Malpensa, cinque ore e mezza sono tante. Il libro sta per finire e allora, dai, guardiamo quei due film italiani proposti dall'ampia selezione in lingua originale. Il primo è l'ultimo film della regista romana, classe 1956, Cristina Comencini (pelle d'oca e vergogna): "Quando la notte" (2012). Ricordo ancora, in TV, la reazione stizzita della regista alle polemiche (alle risate) seguite alla prima del film al Festival di Venezia. Ma...quindi? Fammi capire Cristina: volevi lo scroscio di applausi? Beh, beccati 'sto sciacquone.

"Il nostro giorno verrà!"

Dopo aver "smontato" Ken Loach per il suo ultimo film "La parte degli angeli", mi sono sentito in dovere di riguardare e recensire “Terra e libertà” per riabilitarle il regista ai miei occhi e nelle menti di chi sta leggendo queste recensioni. Questa pellicola del 1995 è un inno alla rivoluzione e a delle ideologie, per quello che è il mio pensiero, supreme. Ispirato a "Omaggio alla Catalogna" di George Orwell, fu vincitore di vari premi trai quali spiccano il Premio "Fipresci" Premio della giuria ecumenica del Festival di Cannes e l’European Film Award come miglior film.

Sì grazie, un whisky per smaltire la delusione!

Ieri sera cinemata relax in buona compagnia, a base di cereali,  torba e lievito. All' Ariston, in pieno centro storico di Genova, danno "La parte degli angeli", un film diretto da Ken Loach, selezionato per partecipare in concorso al Festival di Cannes 2012, dove ha vinto il Premio della Giuria, oltre che essere il modo in cui viene chiamata quella parte di whisky "che evapora, sparisce nelle botti durante l'invecchiamento e mai più ritorna".

Giocare alla vita come se fosse antani atto III

Come ho scritto nell'introduzione della recensione dell'atto II, ho deciso, pure per mio piacere persolnale, di recensire tutti e tre gli atti di "Amici miei" ed eccomi così, dopo averlo rivisionato, a descrivere e commentare anche il terzo ed ultimo.
In "Amici miei atto III" (1985) la squadra di attori, autori, sceneggiatori, compositori, e così via è invecchiata, ma è sempre la stessa dei primi due e quindi ampiamente collaudata, tanto che, anche col cambio d'allenatore (il regista Nanni Loy al posto di Monicelli), il gioco magari è un po' meno spettacolare, ma sempre vincente.

Oggi non si gioca più...

Per curiosità ho guardato "Amici miei Come tutto ebbe inizio" (2011) e, come immaginavo, mi sono preso una supercazzola gigantesca e manco faceva ridere, tanto che ho deciso di recensire il film per "completezza d'informazione", ma di non pubblicare la locandina perchè non meritevole di comparire sul nostro caro Cinerofum, abituato ad accogliere pellicole di ben altro livello.
Gli autori sono praticamente gli stessi dei tre atti ed infatti l'unica cosa che c'è, ma che rimane assolutamente tale, è l'idea:

Giocare alla vita come se fosse antani atto II

Qualche mese fa ero a Lugnano, in ottima compagnia, a godere dei tre atti di "Amici miei", in una bella maratone cinematografica tenutasi nel "c.s.o. Villa". Tornato in quel di Genova, decisi di recensire il I atto perchè, come scrissi allora, ritengo abbia "quel qualcosina in più", ma dopo essermi (ri)goduto "Amici miei atto II" (1982) ho deciso che vale comunque la pena di recensirli tutti, anche, sinceramente, per puro piacere personale.

La satira di Kubrick è la… fine del mondo!

Dopo aver visto e recensito un po’ di gradevoli filmetti  per curiosità, per proseguire un discorso intrapreso o per puro caso, ho sentito il bisogno di una serata a base di “settima” di sicuro e alto livello e così ho scelto di rivedere “Il Dottor Stranamore, ovvero: come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba”, film in bianco e nero del 1964, prodotto e diretto da Stanley Kubrick.
Una pellicola satirica o una “commedia nera”, che dir si voglia, che fu pluripremiata per la sua genialità e la sua perfezione.

C'era una volta il cinema...

Il quinto appuntamento con la filmografia di Massimo Toisi è stato piacevole e interessante.
Ettore Scola scrisse e diresse "Splendor" (1989), un film che ha come protagonisti un grandissimo attore italiano, allora quasi settantenne, come Marcello Mastroianni e forse il più grande attore emergente italiano di allora, Massimo Troisi. Una coppia perfetta per interpretare questa pellicola che vuole esprimere un sentimento di nostalgia per i film del passato e per una stagione cinematografica ormai conclusasi.