Giocare alla vita come se fosse antani atto II

Qualche mese fa ero a Lugnano, in ottima compagnia, a godere dei tre atti di "Amici miei", in una bella maratone cinematografica tenutasi nel "c.s.o. Villa". Tornato in quel di Genova, decisi di recensire il I atto perchè, come scrissi allora, ritengo abbia "quel qualcosina in più", ma dopo essermi (ri)goduto "Amici miei atto II" (1982) ho deciso che vale comunque la pena di recensirli tutti, anche, sinceramente, per puro piacere personale.

La regia è sempre di Mario Monicelli, gli autori sono gli stessi e anche la squadra di attori, capitanata da un grandissimo Ugo Tognazzi, non è cambiata (a parte il Necchi, interpretato da Renzo Montagnani).
Questo II atto è sicuramente un po' più malinconico del I, ma non per questo meno divertente.
Per esempio, la scena della Torre di Pisa è probabilmente lo scherzo più geniale ed esilerante di tutti e tre gli atti, lo "sketch" al cimitero tra il Sassaroli e Paolo (Alessandro Haber), ad inizio film, è "devastante" e la prestazione canora dei "Cinque Madrigalisti Moderni" è "assurda"!
Se la malinconia ha più risalto è perchè uno di loro non c'è più, i quattro amici stanno invecchiando (e con loro la commedia italiana...) e, da una parte, per fortuna, visto che la malinconia da voce ai loro ricordi e così anche in questo II atto rivediamo il buonanima del Perozzi in azione (e che azione!).
Magistrale come Monicelli ha rivisitato la terribile alluvione che nel 1966 devastò Firenze: senza la minima ombra di cattivo gusto, ancora una volta, si ride per non piangere. Quella battuta del Melandri, che solo chi ha visto il film può capire fino in fondo, fa morire dal ridere: "-Vedi Rambaldo? La madonna mi ha ascoltata... -O brutta cretina! E La Madonna, per far restar vergine una come te... Affoga tutta Firenze?!?!". Poi però si passa subito ad una grigia sensazione di malinconia e disperazione dal quale il Perozzi, il Mascetti, il Necchi, il Melandri e il Sassaroli capiscono di poter uscire sempre e solo attraverso l'amicizia.
Geniale, poetico e divertente come tutto il film.
(Ste Bubu)

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