Sì grazie, un whisky per smaltire la delusione!

Ieri sera cinemata relax in buona compagnia, a base di cereali,  torba e lievito. All' Ariston, in pieno centro storico di Genova, danno "La parte degli angeli", un film diretto da Ken Loach, selezionato per partecipare in concorso al Festival di Cannes 2012, dove ha vinto il Premio della Giuria, oltre che essere il modo in cui viene chiamata quella parte di whisky "che evapora, sparisce nelle botti durante l'invecchiamento e mai più ritorna".

Un film da un forte accento scozzese, ambientato tra Glasgow ed Edimburgo e nel quale il protagonista è il Whisky, di cui notoriamente la Scozia è uno dei paesi di più pregiata produzione.
La storia narra di quattro amici costretti a scontare la pena di un tot di ore di lavoro ai servizi sociali, compreso il neo papà Robbie (Paul Brannigan), decisi a cambiare vita: una visita ad una distilleria di whisky, proposta e organizzata dal loro controllore Herry (John Henshaw), uomo di grande sensibilità e cordialità, li ispirerà ad intraprendere un colpo che potrebbe rappresentare il loro nuovo inizio.
Questa pellicola mi ha lasciato, a dir poco, perplesso: la sensazione che ho avuto, uscendo dalla sala, è stata quella di aver assistito ad un film incompleto, dove qualcosa sarebbe potuto succedere in più momenti, ma alla fine non succede mai. Mi aspettavo un filmetto divertente come molti film britannici che ho visto in passato ed invece questa pellicola non è comica, ma non ha neanche una storia appassionante e particolare che la sorregga. Abbastanza noioso. Credevo e speravo in un finale per cui poterlo rivalutare ed invece ho assistito ad un banalissimo "e vissero felici e contenti". Chiaramente non capisco il premio della giuria al Festival di Cannes, ma il mondo è bello perchè è vario, al contrario di questa pellicola che è brutta perchè tutta uguale e piatta. Delusione.
(Ste Bubu)

1 commento:

  1. Finito di vederlo ora. Condivido il tuo giudizio anche se non sono ugualmente sorpreso. Tra i film britannici di cui parli, a proposito, quelli divertenti si devono battere spesso con questi che, comici lo vorrebbero essere eccome, ma che riescono come filmetti alla "volemose bene", che intrattengono sonnacchiosi e ammiccanti.
    Il Free Cinema è in puntino nel cielo.
    Il regista britannico classe '36 ha mostrato davvero molto meno coraggio della Giuria di cui hai accennato.

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