Grande ma non ultima di Renoir

Qualche settimana fa, prima dell'inizio della fine del 2012, mi sono diretto verso lo Spazio Oberdan per vedere un film il cui titolo è roboante sulle teste dei cinefili: "La grande illusione" è un film del 1937, di Jean Renoir. Celebre per l'elegante tratteggio dei due lati della guerra, quello freddo e quello umano, se esiste.
La grande illusione è quella per cui una guerra possa essere l'ultima, dato che fin ci sarà frontiera ci sarà trincea. Ma quest'illusione è anche il grido umano e disperato di chi è fiero di poter fantasticare, di fare un salto immaginario, illudersi, appunto, che se da ambo le parti sono due cuori a darsi battaglia, qualcosa di dolce possa accadere.
L'intreccio è semplice, la scenografia è funzionale alla danza degli attori, assortiti alla perfezione e con punte di diamante da brivido: Jean Gabin e Eric von Stroheim.
Quest'ultimo, regista dall'attenzione maniacale al dettaglio e attore dall'espressione severa, non duetterà col mitico attore parigino, ma i suoi incontri da veri gentiluomini col Capitano Boëldieu resteranno per sempre a ricordarci che un tempo la guerra era anche uno scontro carico di rispetto e lealtà. Da qui il mio storcere il naso nel vedere in questo film un messaggio antimilitarista. Diciamo che in quella parte del film si mostra una maniera diversa di scagliarsi l'uno contro l'altro.
A Gabin, nell'ultima parte, spetterà di duettare languidamente con un viso "sacro" del cinema: il volto acquoso e velato di Dita Parlo, che J. Vigo incorniciò atalanticamente nel 1934. E di chiarire definitivamente che la guerra porta solo lacrime e separazioni.
Film stilisticamente perfetto, non emozionantissimo al giorno d'oggi. Ma l'effetto del film che, nel 1937, alle soglie di un altro conflitto mondiale, raccontò come francesi e tedeschi (e russi) non fossero poi così diversi, fu dirompente.
(depa)

3 commenti:

  1. Nulla da dire sullo stile e sulla recitazione degli interpreti, ma questa pellicola è un po' troppo "piatta" per i miei gusti. Ad onor del vero un dieci-quindici minuti li ho persi tra le braccia di morfeo a circa un terzo di film, ma considerando che non mi succedeva da una vita di addormentarmi mentre guardo un film, anche questo fatto da forza al mio giudizio.
    I dialoghi trai due capitani sicuramente sono molto piacevoli, ma (anch'io) non condivido per nulla questo modo di mostrare "gentiluomini" due ufficiali che fanno della guerra il loro mestiere (questa pellicola non è antimilitarista, bensì fa passare per buoni i militari! c'è una bella differenza...).
    Comunque un film può piacermi anche se non condivido il messaggio infatti, ripeto, il motivo per cui non l'ho apprezzato è per il "piattume". Per esempio, un po' più di suspense durante la fuga, di drammaticità alla morte del Capitano de Boeldieu e quando il tenente Marechal deve lasciare Elsa e la piccina, secondo me, non ci sarebbero state per niente male. E anche il finale è "mollo": loro due che arrancano nella neve. Io li avrei fatti morire: sarebbe stato un finale più drammatico e quindi più emozionante, ma a quel punto il messaggio antimilitarista sarebbe arrivato sì forte e chiaro e, come detto, chiaramente Renoir non voleva questo.

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  2. Belìn Bubu, ma se non sei trasferta bensì tra le mure amiche della Sala Ninna potresti anche mandare indietro la pellicola! :)
    Lo sai che mi addormento che è un piacere ma difficilmente ne addosserei la colpa al film che mi scorreva davanti agli occhi...ahaha altro che "forza al tuo giudizio"! Grande :)
    Per il resto concordo...anche io li avrei voluti morti! :)

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  3. Ci tengo a precisare una cosa che mi sembrava chiara, ma evidentemente non lo è.
    Nel mio commento non intendevo giudicare questa pellicola "noiosa" IN BASE AL FATTO CHE mi sono addormentato, ma solo che, ripeto, QUESTO FATTO PUO' DARE FORZA AL MIO (PERSONALE) GIUDIZIO (piatta e priva di emozioni), visto che a me non succede mai di addormentarmi durante un film, ma il giudizio che ho dato non si basa (mi sembrava ovvio...) su questo, bensì su tutto quello che ho visto.
    Se non ho mandato indietro, quando mi sono risvegliato, è perchè ero quasi a metà pellicola e avevo già intuito che stavo guardando un film che a me non piaceva e non appassionava e ho pensato che recuperare quei dieci-quindici minuti persi (su quasi due ore di film) non avrebbe cambiato niente.
    Cioè... volevo solo arrivare in fondo (non interrompo mai la visione di un film prima della fine), dire la mia opinione (negativa) sul 'rofum e infine cestinarlo, cosa che ho fatto con buona pace degli ammiratori di Renoir, che sicuramente sarà stato un grande regista della settima e che (per ora) non mi permetto assolutamente di giudicare, visto che questo è il primo suo film che guardo.

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