Filmetto? No, filmaccio

Stasera, allo Spazio Oberdan (Elena astutamente rimasta a casa), ho portato avanti il discorso Wes Anderson. Questi, invece, ha girato i tacchi ed è arretrato, riportando l'arte della Settima ad un preoccupante ed irritante stato infantile. "Moonrise Kingdom" ("Una fuga d'amore", 2012) è un brutto film, sponsorizzato con malcelato imbarazzo da chi, fedele al detto einsteiniano "E' più facile spezzare un atomo che un pregiudizio", non vuole ammettere che il regista americano è ben poca cosa (un po' come credere di aver usato bene i proprio ultimi 20 anni, sempre vicino a chi oggi chiarisce che le tangenti "sono normali commissioni che si devono pagare per fare affari"…).
Ho lodato, poco tempo fa, il suggestivo "Darjeeling" che portò per mano lo spettatore lungo un viaggio divertente e stimolante. Ho poi buttato fango (va di moda quest'espressione) sull'irritante e vuoto antagonismo di quell'eccentrico studente del college "Rushmore". Ma non mi sono tirato indietro (me tapino, col freddo che fa), avanti col prossimo, anzi, con l'ultimo. No, intendo dire solo che questa è l'ultima pellicola del regista, non scappo. Il nodo (gordiano? Mah…) è: questo film è un "senza pretese" per ragazzi o, sotto-sotto, c'è un ambizioso quanto sfortunato progetto? I dubbi sono leciti perché cast d'eccezione (Keitel, Willis, Murray, Norton...), sigarette, alcolici, turpiloqui (sapete quanto io sia bacchettone...) e qualche scambio tra adulti suggeriscono, oddio!, che qualcuno ci credesse davvero.
Poi, scivolone da rafting, c'è il marchio del regista, ecco la prova: il rallenti made in Anderson, in questa favoletta raffazzonata, fa venire voglia di arrivare a casa e sciacquarsi la faccia con quelli gustati in "Hotel Chevalier" ed il suo seguito (decisamente più "alti"), di cui ne rappresenta una malconcia parodia.
L'atmosfera fiabesca (vagamente attendibile, come sempre nel regista texano) non può reggere su quadretti pop, piuttosto banali, e visetti buffi.
In sala, qualcuno ride per la decima volta al decimo "Occhio pigro" o "Servizi Sociali" (storie di nomignoli, sai che roba), evidentemente più preoccupato di tenere il nome del regista a galla. Ma questo maldestro tentativo dev'essere condannato, compito di ogni appassionato è riappropriarsi del cinema con la C maiuscola o, quanto meno, tendere a quello. Provare superficialmente a dimostrare che, come dice Elio, possa essere suonata una sola nota, è fare il male della Nostra Amata. E’ divulgare una dottrina nociva e pure noiosa; il Cinema invece è intrattenimento in primis. Quindi, se non si ride e ci s'incazza...devo esplicitare?
Vuoto, bruttissimo. Era per ragazzi? E chi se ne frega? E’ tremendo a prescindere. Avete mai visto "I Goonies" o "Stand by me"?
Wes, vola più basso, ché arrivi più in alto. O viceversa, tanto può solo andarti meglio.
(depa)

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