Ora Petr Ginz è un asteroide

Ora, con un po' di emozione, vorrei scrivervi di un film documentario visto questo pomeriggio. Petr Ginz fu un ragazzo di Praga, nato nel 1928, quindi condannato a una vita già morta. Morì ad Auschwitz nel 1944. Morto a 16 anni solo perché dovette aspettare di averne 14, lui "privilegiato", lui "meticcio" metà cristiano metàebreo. Di fronte al folle orrore nazista, questo ragazzo s'aggrappò alla fantasia, pregando Jules Verne d'indicargli la strada che permettesse di non vedere, anzi, vedere altro; un altro mondo. "L'ultimo volo di Petr Ginz" (2012) mostra il crudele e fantastico percorso di Petr verso il Firmamento.
Questo documentario, degli statunitensi Sandy Dickson e Churchill Roberts, è un crescendo d'emozioni, di pari passo con la drammaticità degli eventi, l'assurdità della fine. Petr ha le sembianze di qualche foto, delle parole di un diario, dei disegni con cui si circondò. Accanto alla sua fantasia anche un fondo di tenace resistenza, silenziosa e lucida condanna (dei vili inchini, di quei silenzi consapevoli colpevoli; di tutto). Ma lo shock è troppo forte, la mente sterza brusca e solca sentieri diversi (da cui i villaggi dati alle fiamme, però, sono visibilissimi).
La tragica e magica coincidenza, raccontata nell'introduzione di questo affascinante viaggio tra disegni animati tristemente d'effetto, fotogrammi raccapriccianti e testimonianze commoventi (della sorella), dona a questa pellicola un carico difficile da esprimere.
Tremano le mani.
(depa)

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