Tim Burton, Orson Welles e “il peggior regista di tutti i tempi”…

“Plan 9 from Outer Space” è un film horror fantascientifico del 1959 scritto e diretto da Edward D. Wood Jr. Considerato il film più famoso del regista, venne completamente ignorato dalla critica fino al 1978, anno della morte del regista, quando i critici Medved e Dreyfuss lo definirono "Il peggior film di tutti i tempi". Qualche sera fa ha vinto la mia curiosità e l’ho visto (…confermo), dopo che la sera prima, in sala Ninna, mi ero gustato “Ed Wood”, film-biografia del 1994 che Tim Burton girò in memoria del regista divenuto famoso dopo la morte per essere stato definito da diversi critici come "il peggior regista di tutti i tempi".
Vedere all’opera Ed (Johnny Depp) è uno spasso. La sua tenacia e il suo credere fermamente nelle sue potenzialità assolutamente inesistenti è un’iniezione di fiducia per tutti gli incapaci che vivono su questo strano pianeta e il fatto che ogni volta riesca a trovare i finanziamenti per girare e distribuire i suoi film è una bella presa in giro e “autodenuncia” al cinema hollywoodiano, dipinto come un mondo nel quale chiunque potrebbe lavorare con gli agganci giusti e una buona parlantina.
Ma quello che, secondo me, ha reso celebre il disastroso regista non è tanto stata la sua incommensurabile incapacità, ma piuttosto la sua incredibile presunzione. Sto sgumuriato  parlava e scriveva dei suoi film come se stesse realizzando “Quarto potere”, quando invece le altre persone li percepivano come i peggiori film di sempre (!?!) e con il suo “Plan 9 from Outer Space” era assolutamente convinto di aver creato un’opera di pari grandezza a quella del suo idolo Orson Welles. Fantastico l’incontro e confronto tra Ed Wood e il regista del Wisconsin (interpretato da Vincent D'Onofrio) durante il quale i due “colleghi” si ritrovano uniti in un comune mugugno contro i produttori che vogliono sempre più imporre la scelta degli attori, del luogo delle riprese e, in generale, le loro idee sull’opera d’arte cinematografica che dovrebbe essere di totale competenza del regista ovvero dell’artista. Peccato che uno era un Dio della settima, mentre l’altro avrebbe potuto tranquillamente dedicarsi al massimo a girare spot  televisivi!?! Un genio.
Johnny Depp è il solito bravo interprete, la scelta del bianco e nero ci sta, dato che il periodo in cui visse e lavorò Ed era quello, le scene in cui il “grande” regista gira i suoi film sono veramente ridicole e il personaggio dell’attore vecchio, decaduto e tossicodipendente Bela Lugosi (Martin Landau) è a tratti divertente, ma anche un po’ commovente e, attraverso la storia della sua caduta in disgrazia, si può scorgere, a mio parere, un’altra leggera denuncia al business cinematografico hollywoodiano.
Una pellicola gradevole e interessante per la possibilità di conoscenza che offre del curioso personaggio, tuttavia, Tim Burton mi è sembrato un po’ sacrificato come regista di una storia realmente accaduta rispetto a quando lavora di fantasia e ci fa sognare con le sue favole, ma evidentemente anche lui è rimasto affascinato dalla vita e la personalità dello strano e irriverente regista che, alla fine, ce l’ha fatta a guadagnarsi uno spazio nella storia della settima arte… come punto di riferimento verso il basso… ma state a guardà er capello?!
(Ste Bubu)

1 commento:

  1. Bello, bello, bello. Mi piacque quando lo vidi al cinema e oggi, dopo quasi 20, mi emoziona ancora di più.
    "Ed Wood" è un toccante omaggio alla fantasia e a tutti coloro che hanno provato amore indiscriminato per la fantasia.
    Stupenda favola dai tragici e ironici sapori reali, la fama e la caduta, il Sunset boulevard che accompagna gli ultimi metri, gli ultimi anni dei più.
    Abbiamo visto il film da posizioni leggermente differenti. Credo sia dovuto a ciò, il fatto che io abbia visto, nel film di Burton, un dolcissimo tributo al magico mondo cinematografico e ai suoi miti (quand'anche decaduti), alle sue figure più tenaci e convinte, indipendenti. Probabilmente sì, Tim Burton si è fatto travolgere da questo gioco; forse la m.d.p. riflette gli occhi dolci dello stravagante regista di Los Angeles nel contemplare i due protagonisti di questa pellicola. Per questo motivo, più che la supponenza del fu Edward D. Wood Jr. (il suo è grande entusiasmo, non senza momenti di dubbio), di questa pellicola ricorderò l'autenticità del suo apprezzamento, prima, e della sua amicizia, dopo, con l'attore ungherese e, in generale, per il suo trasporto totale verso il mezzo cinematografico.
    Per non parlare di come "Ed Wood" sia stato realizzato, con ottima fotografia (sia in chiave di rivisitazione, nei momenti "drammatici" di Bela, sia come farina tutta burtoniana) e ottime interpretazioni. Martin "Lugosi" Landau è formidabile (oscar), ha creato un personaggio meraviglioso. Ogni volta che l’ottimo Johnny "Wood" Depp ha spalancato la bocca davanti alle barocche interpretazioni del Dracula più celebre, ero con lui, rapito da questo salto in un cinema con intensità e ritmi tutti particolari. Brave anche Sara Jessica Parker e Patricia Arquette, tutte immerse alla perfezione nei meccanismi di quei rapporti, nell’atmosfera di quei set.
    E poi, chissà se il regista fu davvero "il peggiore di tutti i tempi"...definizione come queste, già, sottendono il vizietto per le classifiche, esercizio avvilente per l'uomo e per le arti, in quanto pretenzioso, illusione che ciò che fa schifo a me debba fare lo stesso agli altri, menzogna tutta soggettiva e, soprattutto, con la data di scadenza, pronta a cambiar direzione al primo personaggio che sa vender bene le proprie parole, se non idee vere e proprie. Ecco come mi piacerebbe ricordare l'intento di Burton con questa pellicola: "Peggiore o non peggiore, tira dritto, è capitato anche a me, sì quello è il "tuo" "Quarto potere", e tanto basta".
    Come hai scritto tu, senza quella caparbietà, altri registi non hanno, in ogni caso, offerto lo spunto per un film così profondo. Tiè. Non è la solita solfa del "basta che se ne parli", perché una cosa sono i risultati delle nostre passioni, dei nostri impegni, un'altra è la forza, l'energia che sta dietro a queste medesime spinte. Ecco perché chi disegna margherite su magliette può essere additato come un astuto tamarretto buono a nulla, mentre i protagonisti di questa pellicola (ingenui, forse sì, ma profondi e determinati, mai stupidi) saranno ricordati con affetto. "Ed Wood" dev'essere visto perché, se piace Burton, deve piacere tutto il suo mondo, fatto anche di lotte d'indipendenza per proseguire lungo il proprio percorso artistico, proprio come quella di Bela Lugosi ed Ed Wood (e Vampira e Thor e gli altri!).
    E c'è un disegno, c'è un collegamento, i testimoni passano di mano in mano: Lugosi se ne andò nel 1956, nel 1959 uscì "Plane 9", proprio nel periodo in cui esordì Martin Landau.
    Vabbè scusate, ‘sto film mi fa impazzire.

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