Il "documentario non riuscito" di Hitchcock

Ieri sera, in sala Ninna, è tornato a trovarci Alfred Hitchcock con “The wrong man”, pellicola del 1956. La prima cosa che, secondo me, è giusto segnalare è l’”infame” traduzione del titolo in italiano (“Il ladro”). Mi chiedo chi e perchè si sia arrogato il diritto di ribaltare l’input dato da Hitchcock con il (suo) titolo originale?!
Detto questo, la pellicola non è tra le migliori del “maestro del brivido”…

Come ci preannuncia in un cameo iniziale lo stesso Alfred Hitchcock, il soggetto fu tratto da una storia realmente accaduta che colpì il regista soprattutto perché “essa contiene degli elementi che sono più strani di tutte le invenzioni che intervengono nei film del brivido che aveva fino ad allora diretto”. Dopo l’uscita nelle sale però, lo stesso Hitchcock definì questa sua opera come “una specie di documentario non riuscito, per l'esigenza della finzione filmica in contrasto con quella, impostasi, di una stretta aderenza alla cronaca”.
La percezione che ho avuto io è di un film sicuramente meno “potente”, nel quale manca totalmente il tipico umorismo hitchcockiano, ma non i soliti “virtuosismi” del maestro, come una fantastica dissolvenza incrociata che esaudisce le preghiere del protagonista e che svela definitivamente l’equivoco oppure uno specchio che si rompe ad arte quando qualcosa si è rotto nella mente della moglie di Manny, Rose.
La tensione sale e la capacità di trasmettere allo spettatore il senso d'oppressione che sta vivendo Manny, attraverso altre vere e proprie lezioni di “messa in scena”, è fenomenale.
Anche la fotografia in bianco e nero, con i giochi di luci ed ombre, rende molto bene il senso d'oppressione che grava sulla vittima e sulle persone a lui care.
Le interpretazioni dei due protagonisti, Henry Fonda e Vera Miles, sono sublimi e, tirando le somme, se non ho percepito questo film come eccezionale è soprattutto perché il termine di paragone con tante altre opere del Maestro è decisamente scomodo.
(Ste Bubu)

2 commenti:

  1. Grande Bubu ché alla fine hai ribaltato un po' il tuo giudizio introduttivo! Ok. Capisco le perplessità con altri suoi, ma ora come ora, a pochi secondi dalla visione, sono ancora su di giri.
    E' un gran film. Una perla poco nota, passata per ben poche bocche. Associandomi ai tuoi dubbi sulla legittimità della traduzione del titolo, faccio notare che quello originale scelto dagli autori sottolinea alla perfezione l'intento degli stessi. Che quell'uomo non fosse "giusto", lo si pensa sin da subito. Pur conscio di avere a che fare con il "Maestro del brivido" (e del dubbio), lo spettatore non potrebbe davvero credere che i teneri occhi di Henry Fonda abbiano potuto guardare fatti criminosi (pur ripensando a quei momenti sul letto, sconfortati dalle imminenti spese).
    A chi dice "Sì ma alla fine...cioè, succede solo che...Boh, con un Hitchcock ti aspetti"...rispondo che questo thriller psicologico è un Hitchcock autentico, realistico e impeccabile.
    Utilizzo del suono sapiente e moderno (bassi su bassi, pum pum pum). Lo sguardo sbigottito di Fonda e i movimenti macchina del Maestro sono esplosivo ad alto contenuto d'angoscia.
    Poi la sontuosa discesa in campo della moglie del protagonista. I terrificanti attimi della diagnosi psichiatrica, anche noi sotto quella valanga che ha travolto la mente di "Rose" Miles!
    Ribadisco, ho trovato il film incentrato più sulla tensione emotiva (l'ingresso e la permanenza in guardina sono cinema vero) e la tragedia psichiatrica causati dall'assurda (ma non troppo) disavventura dei due personaggi principali, piuttosto che sull'intreccio criminoso, fondato in maniera credibile, a ben vedere, sul puro caso e sulla mera stupidità umana. Roba vera, quindi.
    Ora ho capito le virgolette del titolo della recensione. Ma tanto, noi monelli, ci mettiamo addirittura contro al Maestro e dissentiamo in maniera decisa con la sua dichiarazione, vero Bubu? Dimmi di sì.

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  2. Beh… tu giàssai che quando mi trovo a recensire un Hitchcock mi tremano ancora le mani.... Così mi sono districato con fatica (ed un principio di disturbo bipolare!) tra le dichiarazioni che ho letto del Maestro sulla sua pellicola e le mie sensazioni dopo la visione.
    Le virgolette nel titolo? Con quelle mi sono messo l’animo in pace…
    Ma tu mi hai sgamato e liberato da ogni dubbio, dovuto ad un sano e lecito timore reverenziale… e allora, SI’, Depa, siamo pure monelli e diciamolo in coro ai compagni cinerofumiani: un altro grandissimo Hitchcock da brrrrrivido!

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