Tanti auguri di buon "fa male"

Ieri sera, in sala Uander, terzo appuntamento col "Decalogo" di Kieslowski. "Ricordati di santificare le feste" è il suo sottotitolo. Il percorso è sulla stessa lunghezza d'onda delle opere del regista polacco: grande forza emotiva che, mediante splendide e ricercate immagini, pervade la pellicola in tutte le direzioni possibili. 1988.
Di questo episodio restano impressi il senso di angoscia derivante dalla solitudine, capace di condurre alla follia, all'autodistruzione. Se l'ultima intensa notte non sarà bastata alla protagonista per accomiatarsi dal proprio dolore, l'autore preferisce non suggerirlo. Ma le tinte sono fosche, una condensa che ammorbidisce luci e visioni (frequenti giochi di riflessi sulle lenti della m.d.p.) è vero, ma gli sguardi sono eternamente disperati. Per ogni individuo felice, forse, ci dev'essere un opposto infelice. Chi lo sa.
Il girovagare dei due protagonisti è un'inquieta danza di cui si attende l'inesorabile fine.
Altra potente preghiera umana dell'autore. Recitata alla grande, girata magnificamente...a noi.
(depa)

1 commento:

  1. Una notte di vigilia vissuta intensamente da Ewa e Janusz. Odio e amore si rivelano due facce dello stesso sentimento. Le lacrime di lei che sgorgano dai suoi meravigliosi occhi azzurri, grazie ad una splendida inquadratura in primo piano e ad una grande capacità espressiva dell’attrice, regalano il primo momento di forte emozione e Janusz non può che partire con lei alla ricerca del marito.
    Scene come lo sgomento di Ewa all’obitorio, inizialmente compreso come reale, e quella del centro di disintossicazione sono di grande impatto e quando, infine, Ewa tira su tutto il sipario, la sua solitudine e la sua follia sono eloquenti, il suo amore per Janusz arriva potentissimo e tutto ciò è troppo anche per lui, che tanto l’ha amata. Ma non per me: avanti il quarto!

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