Turbe tra tubature e matrimonio

L'esordio alla regia dello statunitense David Lynch destò scalpore in sala Sbargioff, qualche anno fa. Doris scappò addirittura di là (che ricordi!). Quelli rimasti seduti, ad ogni modo, non riuscirono ad assimilare le immagini di "Eraserhead" ("La mente che cancella"), pellicola del 1977. Ci ho riprovato ieri, come mi ripromisi, con qualche piccolo risultato in più.
C'è qualcuno che muove le leve e da un capellone uscirà un mini-feto con cordone ombelicale annesso, girino-spermatozoo da un'altra dimensione che tutto sconvolgerà. Ok, lascio stare e mi lascio trasportare. Cinema sperimentale? Forse. Cyber-punk? Può essere. Però ha le sembianze di una "solida scrittura" quella nella mente dell'autore, "sperimentale" più per i fruitori che per lui. Certo è che ci vuole un'affinità artistica tra il creatore e lo spettatore di questo genere cinematografico (come sempre?), altrimenti il percorso è tutto in salita.
Pozzanghera, schifo, rumore di cuccioli che ciucciano, ribrezzo, il gioco esige tutti i sensi a rapporto. Famiglia, angoscia, abbaia un cane, gente strana (pure il cucù ha qualcosa di mostruoso). Povero Henry, miseriaccia! Sesso, cibo, ogni rapporto è morboso. La vita è un meccanismo così perfetto, così complicato, che basta un "non nulla" per rompere l'incantesimo. E come reagiamo? Siamo pronti? Figurarsi: vi poniamo anche le nostre instabili e inutili impalcature (tubature e matrimonio, sentimenti e posta)...!
Cinema da vedere da soli, perché altrimenti ti cade addosso come, almeno, la pioggia sa fare. Individualmente, ogni goccia la senti eccome.
C'è anche ironia nell'allucinazione di Lynch (basti la figura del protagonista o, per conferma, si pensi all'episodio della valigia sotto il letto o quello della "bocca tappata").
Osservando la sequenza del balletto la mia ammissione è che questo non sia il mia cinema, ma non mollo. Perché le emozioni, benché difficilmente metabolizzabili, ci sono. Zone d'ombra e scatole (stanze) chiuse. Nemmeno nei sogni, anzi, soltanto negli incubi c'è un paradiso dove "tutto è a posto". Contrasti che puntano allo shock: disgusto, incomprensione, paura. Raggiungendolo a meraviglia, ad esempio, nel folle finale.
(depa)

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