Il primo Kubrick non lo scorderai

Ieri sera tutti, ossia noi: Elena, Aporty, il collega milanese da poco acquisito e me, tutti in pellegrinaggio in terra cinematografica santa, dove vallate di bianco e nero antimilitarista indicarono in maniera chiara cosa si nascondesse nella "foresta in fiamme alimentate dall'esterno da proiettili" che è la guerra. Il messia Stanley Kubrick considerò immaturo questo suo primo "Paura e desiderio" (1953) e, personalmente, accetto questa critica solo per la provenienza e...la destinazione, cioè apprezzando dove ha condotto la famigerata precisione del grandissimo autore, scomparso nel 1999.

Ciao Christensen, grazie "Oberdan"

Giovedì scorso, ancora allo "Spazio Oberdan" a trovare il regista danese Benjamin Christensen. Appartenente al filone dei suoi film realizzati negli U.S.A., "Sette passi verso Satana" (o "La scala di Satana"), del 1929, ha perso un po' in spontaneità, rispetto all'altro suo che ho visto la settimana precedente ("La stregoneria..."), guadagnando in spettacolarizzazione e ironia.

Woody sei uno strong!

Settimana scorsa, in sala Uander, esperimento di Woody Allen. Il regista diNew York classe '35, nel 1966 si sporcò le mani tutte, impastando una pasta di celluloide al gusto frizzy pazzy, scoppiettante, dolce, senza senso: "Che fai, rubi?" (originale "What's up, Tiger Lily?") è il risultato della sua prima "ragazzata".

"Ma se di là c'è uno come Platini..."

Eh no perché vogliamo capire. Io ed Elena, avendo intenzione di approfondire l'opera del regista partenopeo Paolo Sorrentino, ci siamo diretti all'"Oberdan" per vedere il suo primo film, datato 2001: "L'uomo in più" mette il cuore in pace; per due motivi: da una parte, dimostra come l'autore sappia fare molto meglio rispetto alle sue ultime bruttezze, dall'altra, come abbia sempre avuto certi vizietti...

...è quella di non guardarlo.

Ci risiamo. Impossibile entrare ai Chiostri di San Barnaba a vedere un film. Anche arrivando mezz'ora prima. Evitate, quindi, di recarvici. Se gli organizzatori non si degnano di aggiungere 50 seggiole (sì sì, SIAE, permessi e "credi che non voglia guadagnare di più?" and so on), allora, io ed Elena, ce lo vediamo a casa questo ultimo gran lavoro di Giuseppe Tornatore: "La migliore offerta" (2013) è un blockbuster di serie C.

Carné-Prevért: "L'amore è così semplice"

Dopo aver apprezzato molto un suo film, visto a Febbraio, sempre all'Oberdan, appena ho visto che era in programma un film di Marcel Carné, mi sono precipitato senza remore. Dalla preziosa collaborazione tra il regista parigino (1906-96) e il poeta concittadino Jacques Prevért (1900-77) nacquero alcuni gioielli cinematografici tra cui questo "Les enfants du paradis" (in italiano "Amanti perduti"), proiettatto nel 1945, dopo una realizzazione resa tribolata dal conflitto mondiale.

Buona la seconda per Brancaleone!

Ieri sera, a causa di una maledetta febbre estiva, mi sono dovuto chiudere in sala Ninna pure se di sabato si trattava. Meno male che c’è l’amico cinema che mi ha tenuto compagnia. “Brancaleone alle crociate” (1970) è il secondo episodio che narra le gesta dell’impavido e sgangherato Cavalier Brancaleone da Norcia. Un film leggero, perfetto per il mio stato e per passare due orette in relax, by Mario Monicelli.

La "Cenerentola" di Wilder

Da troppo tempo mancava Billy Wilder dal Cinerofum. E’ vero che Depa e soci, ai tempi, fecero una grande selezione tra la filmografia del regista, proponendoci le sue più grandi perle, ma ancora ce n’è e così, giovedì pomeriggio, sgravato da impegni lavorativi, mi sono buttato su questo “Sabrina” del 1954, una “favola d’altri tempi”, resa magica dalle presenze della meravigliosa Audrey Hepburn e dell’affascinante Humphrey Bogart, e incalzante e originale dal genio del regista statunitense.

TSI-NAN-FU che è MELIOR

Ieri pomeriggio, la sala Uander ancora dietro alle orme del criminale più terrificante e pericoloso, in quanto capace di manipolare la mente delle sue vittime e condurle a proprio piacimento, sinanche al suicidio: "Dottor Mabuse - Il giocatore", sempre Fritz Lang, sempre 1922. La seconda parte di quest'inseguimento ha per titolo "Inferno - Uomini della nostra epoca"...

La stupida soluzione nei secoli

Mentre F. Lang, nel 1922, farciva il suo Doc. Mabuse con tutte le meschine avidità e le diaboliche astuzie del genere umano, contemporaneamente, in Svezia (ma da mani danesi), veniva impastato uno stravagante racconto cinematografico sull'assurda idiozia dello stesso. "La stregoneria attraverso i secoli" ("Häxan" in originale) è un film del regista danese Benjamin Christensen che ebbe un certo successo ai tempi e che continuò ad avere proseliti tra gli appassionati del genere horror, a causa della forza espressiva e della pungente satira racchiusa nelle immagini.

"Generoso e...anni '70"

Come ha detto Albert Aporty, "due su tre, non è male...": anche 'sta volta niente film italiano ai "Chiostri". Va bene, allora tutti in sala Uander a correre ai ripari. Riparo che si fa reggia vera e propria quando Il Maestro Monicelli incontra la punta di diamante Ugo Tognazzi: rivedere "Romanzo popolare" (1974) è stato un vero piacere, commedia italiana di qualità, AGE e Scarpelli a spingere sulle fasce.

-"Ananas." -"Cocaina o carte?"

"Una per i soldi, due per lo show"...Uno perché trovare 4 ore e mezza libere è dura; due perché anche l'austriaco Fritz Lang lo divise in due parti, proiettate nella primavera del 1922 ad un mese di distanza l'una dall'altra; tre perché così le recensioni risultano di più! "Il dottor Mabuse - Il Giocatore - Un quadro dell'epoca" è la prima parte della saga del diabolico genio del crimine che ispirerà tanta parte del cinema che verrà. Quadro, a sua volta, ispiratosi all'uomo del suo tempo, morbosamente perso lungo l'epoca delle innovazioni e degli sconvolgimenti sociali.

I guerrieri del post-serata

Scrivendo recensioni su un blog dedicato al cinema, può anche succedere che, alla fine di una serata strana, un Porce ti dica: “Ma sei pazzo!? Non hai mai visto “I guerrieri della notte”?!? Se non lo guardi, non ti rivolgo più la parola!”. Eeehhh! Addirittura!? E va bene… guardiamo sto capolavoro…
Così, ieri notte, arrivato in sala Ninna, l’ho buttato su e via con la visione di questa pellicola del 1979 che ha alla regia Walter Hill e che, in finale, esagerazione di Porce e mia ironia a parte, giudico positivamente.

Dopo lo scambio: io sono ancora...?

Ieri sera, nella bella cornice del Conservatorio di Milano, sono andato a vedere un film francese del 2012, ambientato in Terra Santa: "Il figlio dell'altra". Questo film, il quarto della regista francese Lorraine Lévy, propone lo stesso canovaccio di un giapponese visto di recente ("Tale padre, tale figlio"), con un'interessante diagonale in più: la componente religiosa/culturale.

Non si scherza con la mente

Nella bella cornice del Palazzo Reale, proprio sotto l'oro della Madunina, ieri sera io ed Elena a vedere l'ultimo film del regista statunitense Paul Thomas Anderson: "The master", del 2012. Sufficienza raggiunta nel complesso, con menzione speciale per l'interpretazione del protagonista, Joaquin Phoenix (Coppa Volpi), autentico catalizzatore emotivo della pellicola.

"E ci si pulisca il culo!"

Week-end di trasferta torinese e, nonostante ciò, venerdì notte ho avuto anche la voglia e la forza di guardare un filmetto. L'ora era indecente, ma Totò con la sua interpretazione di uno de “I due colonnelli” (1962, regia di Steno) mi ha tenuto sveglio fino alla fine della medesima pellicola di cui tutti mi avevano sempre parlato molto bene e che, tuttavia, non mi ha incantato, seppur ha sicuramente i suoi motivi di lode.

Acqua ovunque, tutti alla deriva

Questa sera sala Uander a consacrare il nostro idolo, Bubu; a ben vedere, soprattutto grazie alla tua collaborazione, ai tuoi stimoli e rifornimenti. E' passato un anno circa da quando ti sei unito al Cinerofum, divenendone l'altra colonna portante. Quindi la recensione de "L'isola" di Kim Ki-Duk (5° lungometraggio del regista, del 2002) è dedicata a te. Non siamo stati traditi nemmeno questa volta, quando te l'avremmo pure concesso...

La passione di Hitchcock

Elena ed io, ieri, allo "Spazio Oberdan". Alle 19. Proiezione: "Hitchcock", film tributo al genio londinese della suspense e alla sua più grande collaboratrice, Mrs. Hitchcock, Alma Reville. Forse sono stati i residui della commozione per il film visto il giorno prima, nella stessa sala, tant'è che questa pellicola mi ha tenuto piacevolmente compagnia, addirittura commuovendomi. L'autore è il concittadino di "Hitch" Sacha Gervasi, giornalista e sceneggiatore classe '66.

Il papa bacia sempre i dittatori

Stasera, secondo spettacolo, Elena ed io ci siamo diretti verso il palazzo Reale per vedere un film cileno di cui qualcuno, mannaggia a lui, ci parlò bene. "No - I giorni dell'arcobaleno", del 2012, è il 4° film del regista Pablo Larraín, nato a Santiago del Cile nel 1976. Il narrato è il referendum "SI/NO" alla permanenza di Pinochet. Che dire? Molto scarso.

Il ritorno alle origini di Chaplin

Ieri, in seconda serata, ho visto un altro corto di Charlie Chaplin. Datato 1915, “Charlot a teatro” è un ritorno alle origini di “animale da palcoscenico” dell’artista britannico che in questa pellicola traspone nel cinema una delle sue più classiche interpretazioni di allora, basata su un atto della commedia teatrale “Mummingbirds” in cui recitava con la troupe di Fred Karno.
A dire il vero, a mio gusto, ritorno alle origini non molto positivo.

Ciao Massimo

Ieri sera, in sala Ninna, ho completato il viaggio intrapreso mesi fa alla scoperta del cinema di Massimo Troisi con l’ultima fondamentale tappa che ancora mi mancava. “Il postino”, diretto da Michael Radford, del 1994,  è  un film leggero e impegnato, romantico e comico, i cambi di rotta dei sentimenti in gioco sono continui e il merito va anche ad un ispirato come non mai Massimo Troisi, qui alla sua ultima apparizione sul grande schermo prima della prematura scomparsa.

Aguirre e Kinski volevano l'El Dorado

Eh lo so. Sono fatto così. Io ed Elena arriviamo al Cinema all'aperto nei chiostri di San Barnaba e ci mettiamo in fila, pochi minuti ed un braccio si frappone tra noi e quelli davanti: "Spiacenti, posti esauriti", "Possiamo sederci per terra?", "No". Ma sparatevi, tu, Garrone, "Reality" e l'"Arianteo". Andiamo a casa ché mi guardo un film. No! Scuola guida perché "se no quando la facciamo!?" Va bene, Ele. Però al ritorno, in sala Uander ultimo spettacolo h23.30, potrò guardarmi un film in relax? Ed ecco che recupero il regalo di compleanno che mi fece Barabba: "Aguirre, Furore di Dio" è un film del 1972, il 5° del regista tedesco Werner Herzog...

Hitchcock voto 10

Ieri pomeriggio, dopo circa un mese, gran ritorno all'"Oberdan". Quello proposto è un super film del 1946, da voto 10, la "quintessenza di Alfred Hitchcock" per Truffaut, dell'arte cinematografica per me: tornando alla quasi ormai dimenticata metafora del Partenone della Settima (che utilizzammo anni fa), dico che "Notorious" ne rappresenta il frontone, lato orientale!

Il cinema maledetto di Stroheim

Dopo un periodo di bagordeggiamenti e un po’ di sana pigrizia, ieri sera ho ripreso il mio percorso di "formazione cinematografica". Erich Von Stroheim (1885 – 1957) è stato uno dei primi artisti della Settima a muovere uno sguardo indagatore e critico nei confronti della realtà umana e sociale e “Greed” (Rapacità) del 1924 è uno dei suoi film più importanti e significativi.

La storia di Vasco

Mercoledì scorso, in quel di Bologna, Vasco mi ha regalato l’ennesima grande emozione, così il giorno seguente ho tirato fuori un film che era lì da un po’ a prendere polvere...
Dunque altra irruzione musicale sul Cinerofum con “Questa storia qua”, film documentario del 2011, firmato dai registi Alessandro Paris e Sibylle Righetti, che racconta la vita dell’ultimo baluardo del rock and roll italiano.

Il tempo, l'aspetto...

E' tornata Elena! Sì, rapita con la forza a Parigi dalla famiglia, obbligata con la violenza a cibarsi di macaron e crêpe suzette ("abbiam visto più gastronomie che musei"), ieri sera s'è adagiata sul divano 4 posti della sala Uander, catapultata dall'altra parte del mondo: intendo Sud Corea, intendo Kim Ki-Duk: "Time" è un film del 2006 in cui, come al solito, la sceneggiatura la fa da padrona e le immagine reggono il confronto.

I tre "cercamoglie" di Tokyo

Ieri sera, nella sala Uander silenziosa, dopo la seconda scoppiettante edizione di "Disco Samp in Savi" (2013, grazie a tutti ragazzi), ho deciso di invitare al Cinerofum un regista che inseguo da anni, con risultati falllimentari. Quindi è con gran piacere che prego il regista giapponese Yasujiro Ozu di accomodarsi tra noi appassionati. "Tardo autunno" è un film del 1960, fase finale della produzione del gran regista: non il modo più corretto per affrontare l'opera di un regista, ma questo mi è capitato tra le mani, passando per la cassetta della posta di Marigrade (grazie a Sergio, il vicino di "vecchia data"); ciò nonostante, soddisfazione massima, per questo cinema poetico e leggero, sensibile e maturo.

Due moschettieri e un merlo

A mezzanotte dello scorso venerdì scorso, tutti, cioè io e me, in sala Negri, perché il tempo per una bella VHS della collana "Cinema Italia" de "L'Unità" c'è. E ci sarà sempre, se le emozioni regalate dal Cinema nostrano avranno cotanta potenza emotiva ed artistica. Eh già, "Una giornata particolare" di Ettore Scola mi ha stregato. Questo film, del 1977, lascia sensazioni intatte a distanza di giorni, vedere per credere la dolce tragica storia raccontata dagli autori, sostenuti dalla coppia d'oro Sophia Loren e Marcello Mastroianni.