Non "disoccupate le strade dai sogni"!

Due giorni fa, ancora euforico per la visione di un Hitch d'annata, mi sono precipitato in sala Uander perché ne volevo ancora. Di cinema, intendo. E, vista le mie recenti dure parole per l'ultimo film di Mario Camerini proiettato al Cinerofum, ho deciso di incontrarlo un'altra volta, per spiegarmi con lui. Nel 1948, il regista romano diresse un film dal sapor agrodolce che mostra, oltre ad un'Anna Magnani in gran spolvero, un quadro affettuoso dell'Italia del dopo guerra: "Molti sogni per le strade".

Seleziona "M" per il Maestro

Alfred Hitchcock ruba i cuori dei cinefili. Allo "Spazio Oberdan" prosegue, a grande richiesta, la rassegna dedicata al "Maestro del brivido". Ieri sera, io ed Elena, a spron battuto, sicuri della soddisfazione finale. E infatti..."Il delitto perfetto", datato 1954, è un altro, l'ennesimo, filmone di cui è impossibile scrivere "bah".

"Paga la minestra, costruisci un forte, dagli fuoco"

Pomeriggio relax in sala Ninna, passato in compagnia di personaggi geniali, affascinanti e fuori dagli schemi, quali erano “il pittore che viene dal ghetto” Jean-Michel Basquiat e il suo più noto amico e collega Andy Warhol, ben indagati e proposti dal regista newyorkese Julian Shnabel in “Basquiat”, film biografico del 1996.

Una è di legno, l'altra no...

Cambia una pedina ma il trio è sempre formato. Un Albert per l'altro, oltretutto. Esce Aporty, entra Monzy. Elena restringe la scelta a due DVD prestati da Marigrade (più che fornitrice, ispiratrice ufficiale), il caso sceglie: ieri sera "Swimming pool" del regista francese François Ozon, del 2003. Altro viaggio nelle turbe sessuali umane, con ritmo thriller che intrattiene, con fotografia ammaliante e, ancora una volta, le curve della giovane Ludivine Sagnier...

Fare i furbi non rende

Ieri sera, in sala Uander, Mario Camerini è ritornato a trovare i vecchi amici del 'Rofum. Il regista romano, nel 1955, girò un film con il trio delle meraviglie Marcello Mastroianni, Sophia Loren, Vittorio De Sica: "La bella mugnaia" risulta un film leggero, senza pretese introspettive, ma con una certa cura dell'ambientazione storica. Io, Elena ed Albert Aporty in un crescendo d'insoddisfazione...

Questo senso d'oppressione che non va via...

Su suggerimento di Miky, ieri sera, ha fatto il suo esordio in sala Ninna il regista di Torino Marco Ponti con “Santa Maradona”, pellicola del 2001 che indaga il senso d’oppressione che un giovane spesso rischia di provare in questo periodo di crisi economica e di valori e lo fa, a mio parere, in un modo molto stiloso e coinvolgente.

Woody nel futuro

Lunedì, in pre – serata, finalmente la sala Ninna ha riaperto i battenti. Il regista scelto per l’evento è stato un classico Woody Allen che, con “Il dormiglione”, opera del 1973, come sempre mi ha divertito e intrattenuto piacevolmente, seppur non la considero una delle sue più riuscite. 

Oeh moccus'!...

Ciao 'Rofumiani, l'ultimo capitolo di questa full-immersion agostina è un film italiano che mi ronzava nelle nostre orecchie sin da quando partimmo per la nostra avventura. "LaCapaGira" è il film d'esordio del regista salernitano Alessandro Piva, classe 1966. Si tratta di un quadro realistico della periferia sociale delle nostre città, in questo caso una Bari fredda e meschina, contrastata malamente da quella che sorride e tira dritto.

Dio o non Dio, camminare...

E adesso vorrei scrivervi a proposito di un film visto domenica notte in sala "Gilgamesh". Eh sì, Albert Monzy ritorna al Cinerofum sottoforma di albergatore o crocerossino, accogliendo me, cretino, giunto a notte fonda in quel di Milano, senza chiavi di casa. Due chiacchiere e, per rilassarsi un po', un bel film di cui non si sa un bel nulla: "Le mele di Adamo" è un film danese del 2005, girato dal regista Anders Thomas Jensen, classe 1972. Mica semplice classificarlo, pellicola strana, un po' provocante, un po' conciliante. Capolavoro no, da buttare no. Insomma potrebbe essere sufficiente per tentare, non credete?

"Tutti uguali e liberi!"

Ieri, in prima serata, il Cinerofum ha conosciuto un altro pilastro del cinema giapponese: Kenji Mizoguchi, 1989-1956, vinse il Leone d'Oro di Venezia per tre volte di seguito, dal 1952 al 1954, l'ultima proprio col film proiettato ieri in sala Uander: "L'intendente Sansho" è un racconto drammatico che affonda le radici nella tradizione medievale nipponica, "quando il Giappone era ancora avvolto dall'oscurità".

L'età magica di Truffaut

Sala Uander. Io solo. Meno male che c'è il mio vecchio amico Truffaut. Il regista parigino che tante emozioni sa di regalarmi, ha deciso di venire a trovarmi al Cinerofum. Sì, come un bambino. Mi sento un dodicenne; ecco cosa può fare il cinema del maestro del regno dei bambini e dei ragazzi. Vidi per la prima volta "Gli anni in tasca", pellicola del 1976, più di quindici anni fa, per caso, innamorandomi all'istante di questo magico sguardo sul cortile dell'infanzia.

Altro succulento by Leone

Eh beh. Sergio Leone non tradisce. Niente da dire, anche questo 3° capitolo della "Trilogia del dollaro" è un piacere per gli occhi e per lo spirito. "Il buono, il brutto, il cattivo", 1966, cinema che galoppa tra cadaveri di gente ammazzata e panorami liberi. Che dire? Se non lo avete già fatto...

Hepburn e Bogart in technicolor africano

Sono ancora in terapia. Ieri sera, prima di andare tutti a nanna (intendo io con me), la sala Uander mi ha somministrato uno Huston 1951. Il regista che venne dal Nevada (1906-1987) in quell'anno realizzò "La regina d'Africa", con la super coppia Humphrey Bogart and Katharine Hepburn. Film d'avventura in cui, dal lato rosa, i due protagonisti mostreranno gli occhioni languidi di due innamorati, dall'altro, verrà mostrata l'immensa forza racchiusa in quella terra così poco adatta alle visite dell'uomo.

XV° secolo russo di Tarkovskij

Sala Uander intensiva. Non c'è la gatta, i topi vanno in palestra. E' il momento di togliersi i sassolini, anzi i mattoni. Nel 1966, il regista russo Andrej Tarkovskij realizzò un filmone di più di 3 ore incentrato sulla figura del pittore monaco (poi santo) russo "Andrej Rublëv", 1360-1430. Regia rigorosa e ottima fotografia; ok, non certo un thriller...

Fantasia di Bergman

Giornate d'agosto fresche, non male. Pomeriggio solitario in sala Uander, io solo con Bergman. Nel 1982, il regista svedese appassionato di temi alti, girò un film che doveva fare da summa delle sue "ossessioni": "Fanny & Alexander"; ce la fece eccelsamente, con le sue solite eleganza ed ironia; lo spettatore può verificare, a patto di disporre della versione completa di 6 ore, puntate TV. La versione tagliata che ho visto io, dimezzata, mostra strappi inconciliabili col rigore dell'autore.

Fassbinder e l'epopea di tutti noi "Franz"

Eccoci a "Berlin Alexanderplatz". Rainer Werner Fassbinder, 1980. Miniserie televisiva tratta dall'omonimo romanzo di Alfred Döblin del 1929; opera completa aggiungo io; 13 episodi e un epilogo; 14 ore; 8 partite di calcio ed un tempo. Sala Uander, per quattro giorni, avvolta in questo quadro mozzafiato sullo smembramento degli uomini di un tempo maledetto.

Clair tra muto e sonoro

Sala Uander. Ieri sera. Io ed Elena. Elena ed io. Altro René Clair, anno 1931. "A noi la libertà" (sì, "noi") è un film in cui, il regista parigino, si trascinò forti lacci legati al cinema muto ed all'espressionismo del decennio precedente, ma facendo già l'occhiolino al sonoro che verrà.

La realtà che consuma

Cinema all'aperto nella calura agostina di Milano. E mosquitos agguerrite. Questa volta, nel cortile del Conservatorio, ci siamo riusciti. Ecco le impressioni raccolte durante la visione dell'ultimo film del regista romano Matteo Garrone, classe 1968: "Reality" è un film che mi ha colpito positivamente, poco spazio per immagini e parole inutili, sintesi amara del dramma che sta dietro alle barbare dinamiche delle nostre società dei consumi.

L'amitié de...Clair et Brassens

Ieri sera, brandelli della mitica formazione del Cinerofum. In sala Uander, Elena, Albert Aporty e me. In programma un film d'essai con tutti i crismi. Sempre sulle orme di Modigliani e delle rues de Montparnasse, come indicato da Elena, ci avvolgiamo di bianco e nero francese anni '50: "Il quartiere dei lillà" (1957) di René Clair è uno splendido affresco delle vicissitudini rotanti attorno ad un poetico incrocio parigino, in grado di mostrare amicizie e amori tra quegli autentici individui che, forse, non esistono più.

René-DaDa

Ieri sera, prima del secondo spettacolo in sala Uander, ho voluto fare un aperitivo con René Claire, una cosa veloce ma che è rimasta nella storia del cinema, quello dadaista in particolare. Il regista parigino, nel 1924, riunitosi con alcuni degli artisti che affollavano le belles rues della capitale d'oltralpe, costruì un cortodivertimento: "Entrc'acte" è una bella follia senza senso.

Anna non compie il miracolo, anzi…

Ueilà Cinerofum! Ieri sera finalmente ho ritrovato un po’ di tempo da dedicare alla Settima arte e il film su cui mi sono buttato è, il suggeritomi di recente, “Anna dei miracoli” di Arthur Penn, pellicola del 1962, vincitrice di due premi Oscar, ma che, tirando le somme, mi ha un po’ deluso.

"Sono giusto e razionale"

Uno dei film proiettati ieri allo "Spazio Oberdan" è del regista francese François Ozon. Ma "Gocce d'acqua su pietre roventi", del 2000, porta l'evidente traccia del grande Fassbinder, non solo per i colori e gli abiti seventies (che avremmo potuto trovare in una delle sue tante pellicole), o per la determinazione nel seguire sentieri raramente percorsi ma, soprattutto, per quella disincantata ma appassionata interpretazione del sentimento amoroso.