Oeh moccus'!...

Ciao 'Rofumiani, l'ultimo capitolo di questa full-immersion agostina è un film italiano che mi ronzava nelle nostre orecchie sin da quando partimmo per la nostra avventura. "LaCapaGira" è il film d'esordio del regista salernitano Alessandro Piva, classe 1966. Si tratta di un quadro realistico della periferia sociale delle nostre città, in questo caso una Bari fredda e meschina, contrastata malamente da quella che sorride e tira dritto.
Affresco realistico, agghiacciante quanto affettuoso, di una Bari incasinata, in cui "belle statuine" pedine di un gioco più grande, dettato da regole ingiuste e praticato dai soliti bastardi. Il Dio Denaro ha le mani in pasta. Bassifondi che sgomentano, bassi che stordiscono.
Piva coglie i colori giusti (l'ape con la lavatrice, il la bisca) e li insegue piacevolmente. Forse manca quel pizzico di tragedia finale che potesse rendere la katarsi più efficace. Non è una colpa provare a chiudere diversamente, ma forse in questo caso il risultato ne risente. D'altronde la tragedia c'è, eccome. Dinamiche da bestie senza cervello condizionano potenziali esistenze magiche, trasformandole in incubi monotòni. Peccato, comunque, perché era un piacere stare là dentro a quel mondo, in dialetto stretto barese, a riflettere.
(depa)

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