Seleziona "M" per il Maestro

Alfred Hitchcock ruba i cuori dei cinefili. Allo "Spazio Oberdan" prosegue, a grande richiesta, la rassegna dedicata al "Maestro del brivido". Ieri sera, io ed Elena, a spron battuto, sicuri della soddisfazione finale. E infatti..."Il delitto perfetto", datato 1954, è un altro, l'ennesimo, filmone di cui è impossibile scrivere "bah".
"Dial M for murder" (titolo originale molto più intrigante) è un gioco ad incastro carico di suspense. Ma non, che so, il gioco dei 15, perché lì un pezzo manca. Questo è un puzzle al millimetro che non lascia scampo. Né allo spettatore, né al diabolico protagonista. Il delitto è quasi perfetto, tutto il resto lo è in toto: regia ("che te lo dico a fare"), sceneggiatura, scenografia, fotografia, recitazione.
Tutto in una stanza come "Rope" di 6 anni prima. Il tema del delitto perfetto permane; in questo caso, però, il prezzo c'è. Il delitto non è gratuito, dostoevskijanamente; c'è un'eredità di mezzo. Rimane il ritmo costante e la danza della m.d.p. nello spazio chiuso dell'elegante appartamento londinese. Hitch è figlio del Dio Thriller e, a sua volta, padre di tanti figli quanti sono le sue opere che, come questa, rispettano le antiche tradizioni del teatro, aggiornandole col mezzo cinematografico (formato stereoscopico) e con le proprie idee. Artifizi mai vuoti. L'inquadratura dall'alto, per esempio, permette di comprendere la maniacale attenzione del glaciale Ray "Tony" Milland (oltre a quella del regista) nell'architettare l'astuto piano criminoso. E' un continuo di segni e gesti che significano. Lo spettatore, come un detective navigato, prende nota di ogni movimento. In sala vige il silenzio assoluto. Tony si è mostrato troppo pressante affinché l'angelica Grace "Margot" Kelly restasse a casa, è vero; ma tanto Robert "Mark" Cummings mica ha collegato, lui così esperto in racconti gialli.
Maestro d'orchestra efficiente, il gran regista londinese. Poco più di un mese per mettere in piedi questa opera d'arte. Mi hanno fatto impazzire due acuti che ho trovato particolarmente emozionanti: Tony che va a telefonare alla moglie, trovando occupato il telefono pubblico; e Tony che, titubante, rientra in casa, in pratica risolvendo il caso: brividi.
A fine proiezione mi lancio in un applauso sentito, seguito da pochi. Mi viene da chiedere: ma quando nelle sale odierne parte l'applauso...davanti a quali film accade? No, perché magari i cinema italiani continuano a proiettare degli Hitchcock da anni, a mia insaputa. Maledetti! Vengo anch'io!
(depa)

1 commento:

  1. Gran bel giallo targato Hitchcock, come hai detto te, un po’ in stile “Rope”, ma direi ancora più intrigante e intrigato. La relatività delle prove e delle spiegazioni del delitto perfetto messa sempre in bella mostra, mentre le inquadrature ad hoc del maestro servono alla perfezione a tenere sempre altissimo lo stato di tensione che raggiunge sicuramente il momento massimo quando Tony trova il telefono pubblico occupato. Ciò nonostante più giallo che thriller. Ma insomma, tanta tanta roba… Sua.
    Ps: Ohu! Vengo anch'io! :)

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