Woody nel futuro

Lunedì, in pre – serata, finalmente la sala Ninna ha riaperto i battenti. Il regista scelto per l’evento è stato un classico Woody Allen che, con “Il dormiglione”, opera del 1973, come sempre mi ha divertito e intrattenuto piacevolmente, seppur non la considero una delle sue più riuscite. 
La trama è decisamente originale. Siamo nel 2173. L'America è nelle mani di un Grande Leader che esercita un potere dittatoriale. Un gruppo di scienziati ribelli scongela Miles Monroe (Woody Allen), un uomo ibernato nel 1973, a cui sarà affidato il compito di indagare sul misterioso piano Ires, compito da cui dipenderà anche la sua vita. Così il classico nevrotico e iper-teso Woody si ritrova dall’essere un clarinettista e proprietario di ristorante nel 1973 ad essere un rivoluzionario per forza nel 2173, in una società totalmente priva di libertà e sentimenti veri. Immaginate le sue classiche paranoie come galoppano e quanto fanno divertire…
Il ritmo della commedia è buono e il regista e attore di New York intrattiene anche con divertenti pantomime che ricordano tanto quelle del cinema muto degli anni venti, mentre, quando il film torna sul “classico”, non risparmia le sue tipiche battute a sfondo erotico del tipo: “Il mio cervello è il mio secondo organo preferito!”, oppure politico: “Nixon era un bravo presidente, però quando usciva dalla Casa Bianca il servizio d'ordine contava l'argenteria”.
Buona anche la prestazione di Diane Keaton nei panni di Luna, una poetessa borghese dell’epoca che diventerà rivoluzionaria al fianco di Miles. Anche lei, tra l’altro, si cimenta in una scena in stile pantomima con buoni risultati.
Non manca neanche qualche leggero spunto di riflessione sull’amore e la società.
Finale perfetto: classico e senza tanti fronzoli.
Tirando le somme, mi ripeto, forse non è uno dei film di Allen che più mi hanno colpito, ma mi ha divertito e intrattenuto piacevolmente e, per questo, merita sicuramente un’ampia sufficienza.
(Ste Bubu)

1 commento:

  1. Sono legato a questa pellicola da un antico amore. Ogni volta è come la prima. Ieri sera, in sala Uander, grasse risate.
    Solo a guardare Woody con quei capelli sparsi, mi è difficile mantenere la serietà.
    Sequenze esilaranti: Woody robot nel furgone, in mezzo agli altri "colleghi"; che cerca di volare con il monoelica; che stende le guardie con la tuta interspaziale, a mo' di wrestling; che va su di giri col globo; la spiegazione dell'utilizzo della dentiera "battidenti" (o di quel programma televisivo)!...e tanto altro.
    Poi le solite frecce imbevute nel suo sarcasmo...
    Geniale e genuino il primo Woody!

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