"Che bel numero..." di Benigni

In sala Negri, lo scorso week end, è stato proiettato uno di quei film che mi ronzava nelle orecchie da anni, senza posarsi mai: "Berlinguer ti voglio bene", del 1977, è il lungometraggio d'esordio di un giovanissimo Roberto Benigni (24enne; ha compiuto 61 anni ieri: auguri), diretto dal parmigiano Giuseppe Bertolucci.
E' una pellicola con cui si ride, si fa qualche rapida riflessione e, in ogni caso, ci si ritrova gettati in una campagna toscana, con flora e fauna (umana) proprie, che pare guardare da lontanissimo gli assilli delle metropoli, cascando invece in altri, forse più sinceri, di sicuro più fisiologici...tipici di quei luoghi in cui gli ampi spazi permettono qualcosa di più bizzarro e genuino. Il primo passo in celluloide di Benigni viene mosso dicendo e ribadendo oscenità e genialità, in un mix che dovette un po' spiazzare e, quindi, passare sotto qualche forca.
Film che sfoggia personaggi davvero stravaganti e affascinanti, non solo il protagonista, folle, astruso, geniale Roberto "Mario Cioni" Benigni. Inoltre, momenti ed atmosfere ricostruite con tatto, provocatoriamente "sporcate" dal linguaggio dei disadattati che percorrono la pellicola, in realtà mantenendo una propria metrica poetica. Apice felliniano raggiunto nell'episodio della bambina sotto il cavalcavia. Sofisticato rustico Benigni. Pellicola impreziosita dall'apparizione del cantautore spezzino Franco Fanigliulo, un po' spaesato, ma perfettamente adatto a cantare dei giorni senz'appiglio di chiunque.
"So 'na sega!", viva la Toscana!, "Troppi cazzi dentro il culo", tratto dal celebre monologo, è un'acuta osservazione sempre valida. Questo e molto altro è Benigni, un grande menestrello, sfacciato quanto affilato.

Giuseppe Bertolucci, fratello minore del regista più noto, se n'è andato nel Giugno del 2012, un pensiero a lui.
(depa)

1 commento:

  1. Un film irriverente, “toscanaccio”, particolare. Un primo attore, Roberto Benigni, geniale e fenomenale. Il tutto ambientato nelle semplici e genuine campagne e sullo sfondo le lotte di classe del tempo, vissute con l’ignoranza e la leggerezza di quella gente semplice e genuina a cui, in fin dei conti, bastava solo trrombahare!
    Bello.

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