Anch’io voglio viaggiare sul Gattobus!

Anche questo sabato, ho trovato un’oretta e mezza da dedicare al relax e all’arte di Hayao Miyazaki. “Il mio vicino Totoro” è una pellicola del 1988 gradevole e spensierata.

Un po’ più “dedicata ai piccoli”, quest’opera dell’artista giapponese, priva di grandissimi spunti di riflessione e che segue una linea di trama decisamente classica nell’intrattenimento cinematografico per bambini.
I disegni sono come sempre incantevoli (lontani anni luce dalla computer graphic…) e il sentimento che scorre all’interno di una classica famiglia, composta da madre, padre e due figlie, rispettivamente di 11 e 4 anni, è il filo conduttore di tutta la storia, che vive anche passando per situazioni e personaggi fantastici perfettamente integrati nel mondo reale e, per questo, apparentemente e meravigliosamente verosimili (“pennellata” di Miyazaki già notata in “Kiki consegne a domicilio” e “Porco rosso”).
Non manca il giusto momento di suspense a cui non può non seguire il lieto fine.
Tirando le somme, considero “Il mio vicino Totoro” una pellicola molto gradevole; dedicata ai bambini, ma che fa anche tornare i grandi un po’ bambini: impossibile non sognare, anche superati i trent’anni, di scoprire un morbido Totoro dietro casa, come impossibile non sperare, una volta o l’altra, di ottenere un passaggio dal Gattobus…
Un gradevole tuffo nell’età dell’innocenza, che male non fa di sicuro.
(Ste Bubu)

1 commento:

  1. Decisamente delicata, come l'atmosfera di pace che solo una classica casetta di campagna, con le sue creature fantastiche, può allestire. Sul finire della pellicola, però, ho temuto molto di averne a disposizione soltanto il primo tempo. Mi sono sbagliato. Un po' sbrigativo, almeno per chi non ha più 11 anni...

    RispondiElimina