Da morte nasce morte

La quinta fermata del tragitto dei Dieci Comandamenti, quasi sempre avvolto nella grigia nebbia polacca, è particolarmente truce: "Decalogo 5" recita "Non uccidere" nel vuoto, sempre più accerchiato da una società che non insegna il valore della vita, bensì la paura della morte.

Onora l'amore del padre

Eccoci al “Decalogo” numero 4 del quale, seguendo l’ordine dei comandamenti, “Onora il padre e la madre” è il sottotitolo. Krzysztof Kieslowski propone la solita atmosfera plumbea e i soliti primi piani emozionanti, che vanno a catturare le sensazioni della giovane e affascinante protagonista e di suo padre, le solite immagini belle e ricercate e, questa volta, la pellicola indaga ancora più a fondo l’animo umano e i suoi (più controversi) sentimenti.

Tanti auguri di buon "fa male"

Ieri sera, in sala Uander, terzo appuntamento col "Decalogo" di Kieslowski. "Ricordati di santificare le feste" è il suo sottotitolo. Il percorso è sulla stessa lunghezza d'onda delle opere del regista polacco: grande forza emotiva che, mediante splendide e ricercate immagini, pervade la pellicola in tutte le direzioni possibili. 1988.

Seconda tappa un po' più "soft"

Ieri sera, in sala Ninna, seconda emozione targata Krzysztof Kieslowski  con “Decalogo 2 – Non nominare il nome di Dio invano” e sono già decisamente affascinato e incuriosito da questo viaggio alla scoperta del regista polacco, anche se…

Inizia il viaggio: Decaolgo

Ci siamo. Si parte. Io e Bubu abbiamo deciso di partire per un nuovo viaggio. Le tappe sono dieci, lungo l'opera del regista polacco Krzysztof Kieślowski, scuola di Lodz. "Decalogo" è un'opera in dieci episodi (mediometraggi), più o meno esplicitamente richiamanti i Dieci Comandamenti. Un'occasione d'oro per conoscere il grande autore. "Decalogo 1 - Io sono il Signore tuo Dio" è la prima emozione di questo percorso.

Ang Lee si gingilla


Questa sera, in sala Uander, seguendo un consiglio di Matte, io ed Elena eravamo sul divano a vedere l'ultimo lavoro del regista taiwanese Ang Lee (classe 1954), tratto dall'omonimo romanzo del 2003 dello scrittore canadese Yann Martel, "Vita di Pi". Giudizio insufficiente.

Altro Loach brutto giusto

Ieri sera, al "circolino" sulla Martesana, è venuta anche Elena. Forse spinta dal fatto che si trattasse dell'ultimo appuntamento dedicato al cinema sull'Inghilterra tatcheriana (e sulle sue macerie), dal titolo "God save the queen?". Oppure convinta dal regista che apprezzò qualche settimana fa, in sala Uander. Ken Loach. Un regista simbolo per molti ragazzi che mi hanno circondato negli anni della mia formazione, per un'intera generazione. Il film proposto è stato "In questo mondo libero...", del 2007, e, con un certo disagio, lo ammetto, ho sofferto ancora una volta dinanzi a quelle che, io rintengo, sono le enormi lacune artistiche dell'autore, certamente non silente (come, invece, tanti altri) di fronte a tematiche importanti quanto drammatiche. In questo caso il lavoro clandestino.

Un Elio Petri di classe

Ennesimo esordio decisamente positivo, ieri sera, in sala Ninna. 
Elio Petri, con la sua opera del 1971, propone un quadro vivo e sincero della vita in fabbrica.
Se “La classe operaia va in paradiso” o meno e come prova ad arrivarci, lo scoprirete guardando il film che consiglio vivamente a tutti i cinerofumiani e del quale vado ad esporvi brevemente le mie impressioni e sensazioni…

Lo stile del grande Gatsby è finito a...Beyoncè

Ieri sera Cinerofum in trasferta, in anteprima nazionale, addirittura (ueilà!). All'Odeon a vedere l'ultimo "Il grande Gatsby" sfornato or ora sull'ultima croisette di Cannes.
Tutte le armi hollywoodiane in campo: adatte per i party, non per il mitico e sfaccettato protagonista. Tratto dall'omonimo romanzo dello scrittore statunitense Francis Scott Fitzgerald, datato 1925, l'ultima pellicola dell'australiano Baz Luhrmann...

"Meglio la verità, non fa male"

Ieri sera, al "circolino", per la rassegna "God save the queen? - Il cinema inglese tra la Thatcher e Blair", hanno proiettato un film del regista inglese Mike Leigh, regista classe '43 che viene da Salford (città del calciatore Scholes, un mito). Centro dell'Inghilterra, quindi; Manchester operaia e muretti dai bricks rosso scuro, e classe media che non trova se stessa, tra alcol sempre a disposizione e lavoro dal lato opposto della strada. "Segreti e bugie", del 1996, permise al regista britannico di vincere la Palma d'oro. Meritata? Secondo me no...sì.

Il figlio che non sarà mai... più

Ahia… Mi sono cacciato in un bel guaio… Dopo aver visto “Il figlio” di Jean-Pierre e Luc Dardenne, ho scoperto che non è recensito sul ‘rofum e quindi mi tocca…
Pellicola del 2002, fu presentato al 55’ Festival di Cannes, ha ricevuto una menzione speciale della giuria ecumenica, mentre il protagonista Olivier Gourmet ha ricevuto il premio per la miglior interpretazione maschile. E fin qua bastava anche Wikipedia… Ora mi butto…

Nina fa bene gli esercizi

Venerdì scorso mi è capitato di rimanere a Milano, quindi mi sono detto "Beh allora andiamo un po' a vedere questo 'Nina' che già da un po' di tempo viene proposto all'Oberdan". Questa pellicola del 2013 è l'opera prima della regista romana Elisa Fuksas, classe 1981, figlia d'arte di cose strane dal nome "archistar"...

Che sfiga, Buster!

Ieri sera, terzo Buster Keaton che passa in sala Ninna. “I parenti di mia moglie” (il titolo è stato tradotto anche come “I genitori di mia moglie”, ma, visto il film, la giusta traduzione è sicuramente questa) è un cortometraggio del 1922, scritto e diretto dallo stesso Keaton e unico lavoro di quegli anni per il quale non si avvale della collaborazione di Eddie Cline alla regia.
Ventiquattro minuti di grasse risate d’autore.

Chi perde... muore

Qualche settimana fa ho incontrato Robby in piazzetta Lavagna: una siga, due chiacchiere e un consiglio. “13 Tzameti” è un triller/noir del 2005 ad altissima tensione, diretto dal regista gerorgiano Géla Babluani, vincitore del Gran premio della giuria al Sundance film festival e di altri due premi al festival di Venezia e, a mio giudizio, pellicola che merita un’ampia sufficienza.

Altro sacrificio al Dio Denaro

Pomeriggio del 1° Maggio, scopro che all'Oberdan proiettano un film di un regista francese sconosciuto al 'Rofum. Notizie di un tizio di una Casbah, certo, sono già giunte alle nostre orecchie, ma questo "David Golder", del 1930, suona del tutto nuovo; quindi, io ed Elena, ci dirigiamo a fare la conoscenza di Julien Duvivier (1896-1967).

Gli amanti della Settima brindano a te, Mrs Robinson!

Ieri sera, dopo la solita cena del giovedì con papà, Antonella e la piccola Lucilla, mio padre mi ha passato un dvd. “Il laureato” è una pellicola del 1967, diretta dal regista statunitense premio Oscar Mike Nichols e film di culto della generazione dei miei genitori. La prima volta, lo vidi da ragazzino su suggerimento di mamma, ma non lo ricordavo minimamente così, arrivato in sala Ninna, mi sono messo comodo e ho schiacciato il tasto play.

Kiki vola, Kiki cresce

Martedì 30 Aprile è un prefestivo. Quello successivo è un giorno importante, è un giorno di Chicago. Quindi la gente si anima. Si organizza. Nel suo piccolo, il Cinerofum s'è inventato una trasferta al cinema. Frabbru chiama, Depa ed Elena rispondono. E allora eccoli, in piazza Napoli, a vedere un film d'animazione che permette alla nostra iniziativa di introdurre un autore ormai da anni sulla bocca degli appassionati. Hayao Miyazaki, fumettista e regista, nel 1989 realizzò "Kiki - Consegne a domicilio", favola ricca di buoni sentimenti e sfavillanti sorrisi che sottendono ampi squarci di riflessione.