Gli amici dell'estate

Sullo sfondo l’avvolgente nevicata sulla larga conca, ora bianca, che ospita Andalo (alle spalle, c'è ma non si vede, l'imponente Brenta). Tuta d'ordinanza e film che sprigioni buoni sentimenti ed emozioni legate a quegli anni unici che appartengono alla cosiddetta adolescenza: "Stand by me - Ricordo di un'estate" è un film generazionale del 1986, diretto dal regista newyorkese Robert Reiner e tratto da un racconto di Stephen King; chi non l'ha visto?
Io, Elena, la Cry (sua sorella), Maurice (from Holland) e, udite udite!, la Pulcy Dany in persona, ognuno al proprio morbido e caldo posto, per seguire l’avventurosa scampagnata, piccola fuga, di quattro ragazzini di una minuscola comunità dell’Ohio. Farlo è un piacere, perché “Stand by me” ha dalla sua un’atmosfera che sa di tempi trascorsi, di un’età che, nel bene e nel male, vorremmo poter ripercorrere. Con il ricordo che va alle amicizie, uniche, di quando il nostro piccolo quartiere pareva essere il mondo intero. Roba da 883, si potrebbe dire. Ma non credo sia così. Il film non si adagia pigramente su momenti (certo, i flashback familiari dello sfortunato Gordie sono un po’ melò, ma digeribili, poiché tratteggiati con una certa ironia di fondo, data l’eccessiva stereotipizzazione dei genitori), né pigia astutamente play su un evergreen degli anni ’50 per poi sedersi. La bella colonna sonora accompagna a bordo pista la corsa dei protagonisti, tutti così ben delineati da non necessitare sostegni esterni. Senso di ribellione (ai più e meno grandi, genitori o bulletti da 1 penny), d’amicizia, di lealtà ben espressi attraverso scambi di battute e gesti ora rudi ora affettuosi. Spirito d’avventura che spinge ad attraversare le zone oscure del circondario, comportando una crescita che, sotto qualunque forma, ci sarà.
Non sono fautore del “tratto da una storia vera”, ma questa pellicola, quasi 30 anni dopo, acquista un fascino particolare, se si pensa a dove le vite reali dei quattro giovani e simpatici attori li abbiano condotti. In ogni caso, questa è un’altra storia. Quella di questa pellicola, invece, tratta di un ricordo precedente, eccezionale, ricco di emozioni amplificate da quell’età ipersensibile e immaginifica. Perché, non v’è dubbio, “gli amici di quando si ha 12 anni, non li avrà mai più nessuno”.
(depa)

Nessun commento:

Posta un commento